Caso Siri, Di Maio: «I nostri no servono ad arginare interessi loschi»

Per il vicepremier il M5S è «orgogliosamente rompiscatole». Fiducia in Salvini su cui non ha «ragioni di dubitare»

Luigi Di Maio torna a commentare il caso Siri, a freddo, il giorno dopo la diffusione delle nuove intercettazioni: «Siamo orgogliosamente dei rompiscatole – dichiara Di Maio a Giffoni Valle Piana (Salerno) – Ho letto un’intercettazione in cui si dice che il Movimento 5 Stelle rompe le scatole, per non dire un’altra cosa e ferma emendamenti che dovevano servire a far fare business a un certo Arata, in combutta con Nicastri che, si dice, sia il prestanome di Matteo Messina Denaro».


«Noi, orgogliosamente, siamo dei rompiscatole», ripete il capo politico del Movimento 5 Stelle, e «se, a volte, diciamo qualche no, è perché i nostri no servono ad arginare interessi loschi che si stavano anche aggirando intorno a questo Governo».


Sul rapporto con il ministro dell’Interno, però Di Maio getta benzina sul fuoco: «Non ho ragioni di dubitare di Salvini. Lavoriamo bene insieme in questo Governo e portiamo a casa i risultati».

«È un fatto gravissimo se qualcuno esterno al governo ha provato in qualche modo a orientare e manipolare scelte di governo: si deve fare la massima chiarezza». Aveva commentato ieri 22 luglio a caldo il vicepremier le nuove intercettazioni dell’ex consulente di Matteo Salvini, Paolo Arata, in una diretta su Facebook.

«Ho sentito attraverso alcune notizie di stampa che qualcuno come Arata ha dichiarato di volermi controllare nominando un sottosegretario o qualcuno nel mio gabinetto al ministero degli Esteri, perché si diceva che Di Maio doveva andare a fare il ministro degli Esteri. Qualcuno ha provato a manipolare la mia nomina da ministro senza riuscirci», aveva continuato Di Maio. E aveva detto che ora si aspetta e chiede alla magistratura «di fare massima chiarezza se ci sono stati altri tentativi di intervento nei nostri riguardi».

«Noi siamo molto tranquilli perché il M5s è stato quello che ha bloccato gli emendamenti sull’eolico che voleva quel signore, Arata per conto di Nicastri. Ma se qualcuno ha provato a controllare o sabotare l’azione del M5s al governo noi vogliamo la massima chiarezza», aveva concluso di Maio.

Una diretta che era arrivata nella giornata in cui erano emerse nuovi dettagli sul caso Siri. Nelle nuove intercettazioni, Arata nominava direttamente Salvini. «Di Maio – diceva Arata – vuole andare alle attività produttive. E ci va sicuro, l’ha chiesto lui! Allora Salvini non sa dove mettere Armando (Siri, ndr.) poi io gli ho detto che deve fare il vice ministro con la delega dell’energia e lui lo ha chiesto a Salvini e Salvini ha chiamato anche casa nostra ieri».

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