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La violenza esplosiva contro Rega: «Fermati siamo carabinieri, basta». Poi la fuga: il racconto del collega Varriale – Terza parte

29 Luglio 2019 - 13:08 Redazione
L'incontro, velocissimo. L'identificazioone e il tentativo di fermare i due americani. Tutti i passaggi descritti nell'ordinanza di convalida del fermo

L’incontro tra i carabinieri e i due ragazzi americani viene descritto in poche righe nell’ordinanza di convalida del fermo. Poche righe che chiariscono quanto tutto sia avvenuto velocemente, una manciata di minuti che hanno portato all’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega e a uno dei casi di cronaca che più stanno scuotendo l’Italia negli ultimi mesi.

Le premesse sono note. Un uomo con precedenti, Sergio Brugatelli, contatta la Centrale Operativa dei carabinieri di Roma per denunciare un furto e un’estorsione. I due ragazzi americani avrebbero rubato una borsa a Brugatelli, con dentro un telefono, dei documenti e altri effetti personali.

Una borsa che i due ragazzi avrebbero ridato al suo proprietario in cambio di una cifra attorno ai 100 euro e un grammo di cocaina. L’incontro viene programmato in via Cesi, strada centralissima appena dietro a Castel S. Angelo e alla Corte di Cassazione.

Si presentano anche due militari, in borghese. Uno è il vice brigadiere Mario Cerciello Rega, l’altro il carabiniere Andrea Varriale. Arrivati al luogo dell’incontro i due ragazzi si presentano con un atteggiamento sospettoso. Corrispondono, circa, all’identikit di Brugatelli.

Cerciello Rega e Varriale si presentano qualificandosi come appartenenti all’Arma dei Carabinieri: mostrano i loro tesserini. A quel punto, la violenza. Uno dei due ragazzi si scaglia contro Varriale e riesce a sfuggire al suo tentativo di bloccarlo con calci e pugni. L’altro si butta contro Cerciello Rega.

Le ultime parole del vicebrigadiere: «Mi hanno accoltellato»

Pochi minuti di violenza e poi i due ragazzi americani che scappano via. Tutta la dinamica dello scontro viene raccontata da Andrea Varriale: «Ricordo di aver sentito le urla del mio collega che proferiva testuali parole: “Fermati siamo carabinieri basta”».

E poi, gli ultimi istanti prima del ricovero in ospedale: «Dopo pochi istanti, notavo che entrambi i soggetti si davano alla fuga in direzione via Cesi e in tale frangente notavo il vicebrigadiere Cerciello Rega, che perdeva moltissimo sangue dal fianco sinistro all’altezza del petto, e che prima di accasciarsi al suolo mi (guardava, ndr) dicendomi: “Mi hanno accoltellato”».

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