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Carabiniere ucciso, aperto procedimento disciplinare a carico della docente che lo ha insultato

29 Luglio 2019 - 18:47 Fabio Giuffrida
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L'accusa è di «avere tenuto una condotta gravemente in contrasto con la funzione educativa»

Eliana Frontini sarà sentita in commissione disciplinare il prossimo 2 settembre. Così l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte ha deciso nei confronti della professoressa novarese autrice del post su Facebook offensivo della memoria del Carabiniere ucciso a Roma.

Contro di lei è stato ufficialmente aperto un procedimento disciplinare. L’ufficio territoriale del Miur contesta alla docente «la violazione dei doveri d’ufficio per avere tenuto una condotta gravemente in contrasto con la funzione educativa e gravemente lesiva dell’immagine della scuola, della pubblica amministrazione, degli alunni e delle famiglie».

Le scuse all’Arma e ai familiari

Il direttore generale Fabrizio Manca, comunicando la notizia, ha colto l’occasione «per formulare le scuse ed esprimere la vicinanza, mia personale, dell’Usr e di tutta la Scuola piemontese al dolore della giovane moglie del Carabiniere e dei suoi familiari.

«Gli stessi sentimenti di solidarietà rivolgo all’Arma dei Carabinieri – ha continuato Manca – per l’ennesimo sacrificio di vite umane spezzate nell’adempimento dei propri doveri e a tutti gli altri apparati delle Forze dell’Ordine che tutelano la sicurezza dei cittadini e la vita democratica della nostra comunita».

Anche l’Ordine dei giornalisti del Piemonte – nella quale risulta iscritta la donna – ha avviato un provvedimento disciplinare nei suoi confronti valutando le eventuali violazioni dei principi deontologici. Al momento, però, la donna si trova all’estero in vacanza.

La difesa della docente

«Quel post non l’ho scritto io, chi mi conosce sa che non penso quelle cose», queste le parole della professoressa di Novara, Eliana Frontini, nella bufera per la frase «uno in meno» riferita al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, accoltellato a Roma. «Per motivi che spiegherò solo a chi di dovere – spiega all’Ansa – mi sono assunta una responsabilità non mia».

Prima il post, poi le scuse, ora ritratta tutto

«Non si è trattato di hackeraggio, semplicemente è stato usato il mio account e il mio computer», ha aggiunto. E allora perché subito dopo la pubblicazione della frase incriminata, ha chiesto pubblicamente scusa? «Non l’ho detto prima perché non credevo che la vicenda assumesse questo peso». A scrivere quel commento, stando a una prima ricostruzione dei fatti, potrebbe essere stato un suo familiare.

«Ho commesso un errore gravissimo – ha detto qualche giorno fa – me ne sono resa conto appena ho cliccato su “invia”, ma ormai il danno era fatto. Ho scritto una cavolata, non c’è nulla dire. Mi sono lasciata guidare dalla sensazione che spesso le forze dell’ordine non intervengono quando serve, quando una donna è maltratta o peggio, si muovono solo quando ormai è troppo tardi. E ho scritto quell’enorme sciocchezza, senza nemmeno pensare alla vedova e a chi voleva bene al vice brigadiere, una sciocchezza che ho provato a correggere immediatamente con un altro post, ma ormai… Voglio chiedere scusa a tutti. Sono stata una stupida». 

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