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Carabiniere ucciso, le contraddizioni di Natale Hjorth: «Sapeva che l’amico era uscito armato» – Quarta parte

29 Luglio 2019 - 13:15 Redazione
Natale Hjorth
Natale Hjorth
«Quando il mio amico mi ha detto che sarebbe uscito per incontrare questa persona mi sono preoccupato per lui e ho deciso di accompagnarlo e in quel momento preso il coltello», ha detto Elder. Il coltello è di dimensioni tali che non era certamente possibile nasconderlo in tasca

È costellata di contraddizioni la versione di Natale Hjorth, indagato insieme a Elder Lee per concorso nel reato di omicidio volontario del vicebrigadiere Cerciello Rega. Per gli inquirenti, la sua linea difensiva basata sulla mancata consapevolezza che il compagno fosse armato di coltello non appare credibile.

I due indagati hanno reso su questo e su altri punti significative dichiarazioni, ma che solo in parte coincidono. Elder, per esempio, ha riferito che era stato Natale a nascondere il coltello nel controsoffitto della stanza d’albergo, dopo che lui l’aveva lavato al loro ritorno in albergo.

Dunque, la versione di Natale secondo cui lui non si era accorto di quanto accaduto al vicebrigadiere Cerciello Rega viene smentita. Natale racconta addirittura di essere venuto a conoscenza e di avere visto il coltello di Elder solo alcune ore dopo il ritorno in albergo, quando l’amico l’aveva svegliato mentre dormiva.

Le immagini delle telecamere

Ma la sequenza delle immagini delle videocamere racconta un’altra storia. «È evidente – è scritto nel testo dell’ordinanza di convalida del fermo – come i due ragazzi abbiano fatto ritorno in albergo, dopo l’aggressione, a brevissima distanza temporale l’uno dall’altro. Una circostanza che dimostra che Natale, contrariamente a quanto da lui riferito, ha assistito al ferimento della vittima».

Nell’interrogatorio Elder smentisce Natale

Nel corso dell’interrogatorio, Elder ha affermato in modo chiaro: «Quando il mio amico mi ha detto che sarebbe uscito per incontrare questa persona mi sono preoccupato per lui e ho deciso di accompagnarlo e in quel momento preso il coltello». Quindi, in quel momento i due si trovavano entrambi nella camera dell’albergo, pronti ad affrontare Sergio Brugiatelli, il derubato che ha chiamato il 112, e a recuperare il loro denaro speso per della cocaina che non hanno avuto.

Il coltello inoccultabile

Il coltello usato nell’omicidio, custodito in un fodero, è di dimensioni tali che non era certamente possibile nasconderlo in tasca o celarlo agli occhi di Natale che era lì vicino in camera con Elder.

Peraltro, gli inquirenti sostengono che vista la facilità e la rapidità con cui Elder ha usato il coltello nei confronti del vicebrigadiere, significa che l’arma era portata in mano dall’indagato.

Inoltre, la finalità per cui l’arma era stata portata all’incontro era quella di «portare a compimento in modo fruttuoso il tentativo di estorsione architettato» da entrambi i giovani americani. Cosa che porta a escludere che Natale non fosse a conoscenza della presenza del coltello in possesso di Elder.

Il concorso di entrambi nell’omicidio

Ecco perché «è certamente configurabile un concorso di entrambi gli indagati» nel reato di omicidio contestato. Sotto il profilo materiale, la presenza di Natale «ha impegnato l’altro carabiniere, Varriale, nella colluttazione e quindi ha agevolato la condotta materiale di Elder che accoltellava il vicebrigadiere Cerciello Rega». Natale ha di fatto tenuto impegnato Varriale impedendogli di intervenire in aiuto del collega e consentendo al complice di portare a termine il delitto.

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