Collega l’omicidio del carabiniere Rega con la massoneria deviata, il 9/11 e il Ponte Morandi. Poi chiede donazioni

Circolano diverse teorie di complotto sull’omicidio del Carabiniere, qualcuno le raccoglie tutte e va oltre

Pensavamo di aver visto e letto tutto. Pochi giorni fa, il 24 luglio 2019, è deceduto l’attore Rutger Hauer nello stesso anno del personaggio che lo ha reso famoso, Roy Batty nel film Blade Runner. Questa coincidenza ci porta alla sua citazione più famosa – tralasciando per ora i dettagli della traduzione dall’originale – per descrivere quanto leggerete in questo articolo: «Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi».


A seguito dell’omicidio del Carabiniere Mario Cerciello Rega il complottista Rosario Marcianò, già noto come il «guru delle Scie chimiche» e tristemente conosciuto per la sua mancanza di tatto di fronte alla morte delle persone da Valeria Solesin alle vittime del Ponte Morandi, pubblica un video e un lungo post Facebook dove collega a suo modo la tragedia con la «massoneria deviata» e alle fantomatiche «False Flag» per arrivare a parlare persino del mostro di Firenze e del delitto di Cogne.


Il post Facebook, insieme ad altri contenuti da lui pubblicati, è una sorta di minestrone delle diverse teorie di complotto diffuse in questi giorni online anche da altri utenti

L’Ordine di Malta

Di fronte alla notizia di un decesso riportato dai media arriva Marcianò alla ricerca del dettaglio «strano», quello che gli serve per elaborare il nuovo complotto. Mario Cerciello Rega non era soltanto un Carabiniere, ma era anche un volontario e cavaliere dell’Ordine di Malta e questi dettagli, ma non solo, hanno dato il via alla fantasia del personaggio che alla fine del post richiede anche una donazione per il suo operato.

Il link per le donazioni in fondo al post Facebook.

Marcianò ritiene «inquietante» l’appartenenza del Carabiniere all’Ordine di Malta siccome a suo parere «non sono, diciamo, delle donzelle tanto allegre e innocenti, ma sono qualcosa di diverso».

Mario Cerciello Rega con la divisa dell’Ordine di Malta – Foto Facebook

Nel video il Rosario Marcianò collega l’Ordine di Malta e l’omicidio del Carabiniere:

Quindi, anche qui vediamo che c’è una simbologia particolare. Non è che questo Carabiniere, che tra l’altro appunto faceva parte del Sovrano Ordine di Malta, magari sapeva qualcosa che non doveva sapere, aveva dato idea di spiattellare qualche segreto che non doveva per cui si è pensato bene di giustiziarlo con 8 coltellate? Perché 8 coltellate e non 9 o 7? Perché 8 è il numero della giustizia intesa come vendetta e anche qui la simbologia, evidenziata proprio con i numeri sulla pagina Facebook dei Carabinieri, rientra e ci azzecca proprio a pennello.

I «numeri» e la «simbologia» dietro l’omicidio

Rosario Marcianò si sofferma sui numeri riportati nel post pubblicato dalla pagina ufficiale dei Carabinieri:

Il post Facebook della pagina dei Carabinieri a seguito della morte del loro collega. All’interno i numeri che hanno fatto scatenare il complottista.

Ecco cosa riporta il complottista nel suo post Facebook:

Sulla pagina Facebook dell’Arma dei Carabinieri leggiamo: “Nella sua nuda essenza anche la tragedia più grande è fatta di numeri: il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega aveva 35 anni, era sposato da 43 giorni e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno. È morto stanotte a Roma per 8 coltellate, inferte per i 100 euro che i 2 autori di 1 furto pretendevano in cambio della restituzione di 1 borsello rubato. In gergo si chiama ‘cavallo di ritorno'”. I funerali del vice brigadiere saranno celebrati lunedì 29 luglio, alle 12, nella chiesa di Santa Croce a Somma Vesuviana.
8 il numero della giustizia intesa come vendetta.
29 è 2+9 e cioè 11, numero che rappresenza l’inganno.
13 è il numero della morte e del cambiamento.
43 è, nella smorfia, la donna al balcone che si impiccia degli affari altrui (la pettegola). E’ il numero delle risse, delle battaglie, degli attaccabrighe. ll significato del numero 43 nella smorfia napoletana è probabilmente uno dei più suggestivi dato che letteralmente sarebbe (Donna peret’ fora o’ Balcon) e cioè una donna pettegola fuori al balcone. Peret’ sta per una persona sgradevole che preferisce dare un senso alla propria vita commentando le scelte altrui.

Verso la fine del post riporta ulteriori collegamenti con i giorni passati dal matrimonio del Carabiniere e il giorno della sua morte, uno di questi con le vittime del Ponte Morandi:

Quarantatre 43 rintocchi di campana tibetana e 43 rose bianche lasciate sotto il ponte a ricordare le 43 vittime del crollo di ponte Morandi. Così, alle 11.36 (11-9), ora del crollo dichiarata, a tre mesi esatti dal disastro gli sfollati hanno ricordato la tragedia.

La massoneria deviata

Dopo aver fornito i numeri inizia a parlare del leggendario ordine segreto dei Rosacroce (o Rosa-Croce) riportato nella letteratura esoterica, iniziando a sostenere un collegamento a partire dal nome della chiesa dove sono stati poi celebrati i funerali:

Chiesa di Santa Croce (La croce dei Rosacroce).
Rosa Maria (La rosa dei Rosacroce).
Rosa Croce indica una loggia massonica deviata.

Il Marcianò prosegue parlando di satanismo, dell’utilizzo improprio e dei riferimenti della religione cristiana per poi parlare delle mestruazioni femminili:

Il problema è che i Rosacroce attuali sono una deviazione degli antichi Rosacroce, nel senso che ne hanno utilizzato le conoscenze per piegarle a fini per niente benefici.
In pratica i rosacroce di oggi parlano un linguaggio e una simbologia satanista, ma utilizzando termini apparentemente Cristiani. Ogni termine Cristiano usato dalla Rosa Rossa infatti, ha in realtà un significato esattamente contrario.
L’iniziato alla Rosa Rossa, infatti, quando nomina Cristo e dice di “percepire l’essenza cristica e divina dentro di sé” sta dicendo che egli stesso si sostituisce a Cristo e si fa lui stesso Cristo; in altre parole si sostituisce a Dio.
Parlando di Dio, si riferiscono ovviamente al loro Dio, non a quello Cristiano.
Lo stesso simbolo dei Rosacroce, la Rosa e la Croce, fa pensare a simboli Cristiani. Ma dal punto di vista della Rosa Rossa, la Croce è invece un simbolo fallico, mentre la Rosa rappresenta l’organo sessuale femminile durante le mestruazioni.

Dopo la lunga satanica descrizione riporta dei collegamenti usando numeri e nomi con i delitti di Erba, Cogne, il Mostro di Firenze e altro ancora:

Una volta capito che il simbolo principale dei Rosacroce è la Croce e la Rosa, che altri simboli sono il pellicano, il giglio, e che nel linguaggio della Rosa Rossa, Santa Rita è sinonimo di Rosa Rossa, e che i loro numeri d’elezione sono il 7, l’8, l’11, e il 13, non è difficile riconoscere tale associazione un po’ ovunque.
Tutti gli omicidi commessi dalla Rosa Rossa sono assolutamente riconoscibili da una serie di simboli numerici ed esoterici. Ne abbiamo parlato già in altri articoli. Qui sottolineiamo solo alcuni punti che negli articoli precedenti non avevamo esplicitato.
Come abbiamo detto i loro delitti avvengono sempre in giorni che, numericamente, danno come somma 7, 8, 11, 13, o multipli di 11, come il 22.
Inoltre la scena del delitto, i nomi delle vittime, e i nomi dei carnefici, hanno quasi sempre significati religiosi o cabalistici.
Ad esempio nel delitto di Erba, oltre alla data, notiamo che Rosa Bazzi, il cui nome da sposata è Rosa Romano (RR) uccide Valeria Cherubini. La Rosa Rossa ha simbolicamente ucciso un Cherubino.
Nel delitto di Cogne viene ucciso Samuele, nome biblico, che richiama un giudice; e la cornice del delitto è il Gran “Paradiso”. E non a caso Annamaria Franzoni verrà tradotta in carcere nel giorno di Santa Rita, il 22 maggio; cioè nel giorno della Rosa Rossa, tanto per mettere un ulteriore firma alla vicenda.
Nell’omicidio di Maria Geusa a Città di Castello, salta immediatamente agli occhi il nome della vittima, Maria figlia di Gesù.
Nei delitti del Mostro di Firenze i colpi vennero esplosi da una Beretta Calibro 22 serie H. Se 22 è il numero della perfezione per i cabalisti, H richiama la 5 lettera dell’alfabeto ebraico, il cui simbolo è, appunto, una Rosa e una Croce. Ma richiama anche il numero 8, quello della giustizia, simboleggiato cabalisticamente dalla Bilancia.
Sfugge agli inquirenti il collegamento cabalistico tra tutti questi delitti e le comunanze tra essi. La pallottola con cui uccideva il mostro di Firenze era di rame, e nessuno fa caso al fatto che anche l’oggetto che ha ucciso Samuele a Cogne era dello stesso materiale. L’arma del delitto non verrà ritrovata né ad Erba, né a Cogne né nei delitti del mostro, per motivi che abbiamo già spiegato altrove.
L’arma del delitto non verrà ritrovata neanche nel delitto Meredith, i cui funerali verranno celebrati non a caso nella Chiesa di San Giovanni, il patrono della massoneria e sulla sua bara verrà deposta una rosa rossa dal padre.

Il colpo finale va su Genova con la disgrazia del Ponte Morandi:

Quarantatre 43 rintocchi di campana tibetana e 43 rose bianche lasciate sotto il ponte a ricordare le 43 vittime del crollo di ponte Morandi. Così, alle 11.36 (11-9), ora del crollo dichiarata, a tre mesi esatti dal disastro gli sfollati hanno ricordato la tragedia.

Un’altra teoria diffusa riguarda la foto, per alcuni un fotomontaggio.

Dalla massoneria alla fiction di Regime

Tra i commenti al post Facebook troviamo quello di Rosario Marcianò dove riporta la sua versione dei fatti mettendo in dubbio che Mario Cerciello Rega sia morto per «ben altri motivi» e sostenendo che siano stati nascosti i «veri colpevoli», ossia dei nordafricani:

Il Brigadiere dei Carabinieri Cerciello viene ucciso durante una supposta colluttazione a seguito di un controllo su Nordafricani. E’ legittimo supporre che i graduato sia stato eliminato per ben altri motivi, ma la storia degli extracomunitari era sembrata una giustificazione semplice ed efficace. Ad un certo punto si sono però resi conto che l’ondata di ostilità nei confronti degli immigrati avrebbe, giocoforza, portato troppa acqua al mulino dei soggetti contrari all’immigrazione dall’Africa. Per questo motivo la versione dei fatti è stata modificata in corso d’opera e si è deciso di addossare la colpa a due ragazzi statunitensi noti alle forze dell’ordine per non essere individui dalla condotta specchiata.

La «versione dei fatti» con la teoria della foto e della complicità dei Carabinieri per «nascondere la verità».

Il complotto della foto per salvare i due americani

All’interno dello stesso commento, per dare sostegno alla sua tesi sui nordafricani e che sarebbe stato difficile sostenere l’accusa nei confronti dei due ragazzi, ecco che la pubblicazione della foto dalla Caserma – e dunque dagli stessi Carabinieri – per indurre le autorità a rilasciarli affinché tornino a casa:

Però, a questo punto, giacché sarebbe poi stato difficile sostenere l’accusa in un processo farsa all’italiana (i precedenti ci sono…), gli ideatori della fiction italiana hanno pensato che il pubblicare una foto “rubata”, che ritrae il prigioniero legato e bendato come in un film di Quentin Tarantino, avrebbe sicuramente offerto un’ottima sponda ai difensori dei due pivelli “americani” (vedi le torture di Genova 2001) nonché all’opinione pubblica d’oltre Oceano, per indurre le autorità a rilasciare i due, facendo poi arenare le “indagini”… pronti per una nuova notiziona da sbattere in prima pagina. Tanto gli italiani dimenticano presto, appassionandosi a nuovi e mirabolanti episodi, firmati dai media di regime.

Uno degli utenti che su Twitter sostiene la teoria della foto pubblicata per lasciare liberi i due ragazzi coprendo i presunti veri colpevoli.

Ponte Morandi: la reazione delle vittime e l’intervento di youtube

Di recente la piattaforma video Youtube ha rimosso i video del complottista riportanti le sue teorie sul crollo del Ponte Morandi. Lo riporta Il Secolo XIX in un articolo del 20 luglio 2019:

Bare vuote, parenti che piangono a comando, nomi delle vittime fasulli, auto che cadono nel vuoto senza a bordo nessuno, complotti massonici per abbattere il ponte e simulare una strage che non sarebbe mai avvenuta, manipolazioni delle prove da parte degli inquirenti e insabbiamento della verità, per non meglio precisati scopi politici ed economici. Dal crollo del Ponte Morandi si sono moltiplicati video e post di fake news, che non hanno risparmiato il dolore e il lutto delle famiglie delle 43 vittime del crollo, accusate addirittura di essersi prestate a una grande messa in scena: la tesi di fondo è che il Ponte Morandi non sarebbe crollato, ma sarebbe stato abbattuto (secondo alcuni dei siti monitorati senza che sopra vi fosse nessuno).

A correre al riparo dopo la diffusione virale di queste bufale, che hanno ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni, è la stessa piattaforma di YouTube, che tre giorni fa ha oscurato due video prodotti da uno dei principali diffusori di bufale. La motivazione è che i video hanno violato la policy della piattaforma perché «incitano all’odio».

Nell’articolo viene riportato, inoltre, che le stesse famiglie delle vittime del Ponte Morandi hanno denunciato gli haters alla Polizia Postale: «Abbiamo presentato varie segnalazioni alla polizia postale – spiega Egle Possetti, portavoce del comitato delle vittime del viadotto Polcevera – spero vivamente che queste persone vengano perseguite per ciò che dicono e scrivono. Le cose che vanno dicendo sono incommentabili. Se hanno bisogno di essere convinti possiamo portarli ad aprire le bare dei nostri morti».

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