«O difendi i carabinieri, o difendi Hjorth»: l’avvocato dell’indagato bendato risponde alle polemiche sulla sua scelta

Francesco Petrelli difende uno dei testi chiave del caso Cucchi, il carabiniere Francesco Tedesco. Nei giorni scorsi è stato criticato da un suo collega per aver deciso di difendere uno dei due ragazzi americani in carcere per l’omicidio del carabiniere Cerciello Rega

«Può succedere di dover difendere un carabiniere accusato di aver ucciso un ragazzo e di difendere un ragazzo accusato di aver ucciso un carabiniere. Credo che sia giusto farlo non solo perché sono convinto della innocenza di entrambi, ma soprattutto perché ritengo di dover difendere persone e non categorie di persone».


Parla, a Open, l’avvocato Francesco Petrelli, difensore di Francesco Tedesco, il carabiniere che a distanza di nove anni ha raccontato di aver assistito al pestaggio di Stefano Cucchi – spiega la scelta di difendere anche Christian Gabriel Natale Hjorth, uno dei due ragazzi americani in carcere per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Hjorth è l’indagato che appare bendato in una foto scattata mentre era sotto custodia dei carabinieri.


Nei giorni scorsi Petrelli era stato criticato dal suo collega nel caso Cucchi, Eugenio Pini, per aver deciso di rappresentare Hjorth. «Non credo di dover spiegare nulla al mio amico e collega di difesa avvocato Pini – risponde Petrelli – Conosce bene il mio pensiero e la linearità delle mie scelte nel processo. Un avvocato è presente ogni volta che sia necessario difendere i diritti di libertà e le garanzie processuali di un accusato. Questa credo che sia la corretta visione liberale del processo e dell’avvocatura».

«Populismo giudiziario»

Sostenendo il contrario, dice Petrelli, si corre il rischio di «confondere il difensore con il reato di cui è accusato il suo assistito». Una sorta di «populismo giudiziario» che, complice il momento politico che stiamo vivendo, è sempre più ricorrente anche all’interno dell’avvocatura.

Nonostante questo, sostiene Petrelli, «gli avvocati possono dare un grande contributo in questo momento di gravissima crisi della giustizia. Non bisogna dimenticare che nel difendere un singolo imputato l’avvocato difende le regole del processo e dunque la libertà di tutti e questa in fondo a ben vedere è la funzione “sociale” dell’avvocatura».

Il caso Rega

Per quanto riguarda i contenuti dell’inchiesta giudiziaria e in particolar modo la polemica per il trattamento riservato dai carabinieri al suo assistito Hjorth, Petrelli lesina giudizi: «Sulla vicenda della benda è stato aperto un fascicolo in Procura per cui non intendo commentare. Se richiesto, daremo il nostro contributo e all’esito dell’indagine faremo le nostre valutazioni».

L’avvocato respinge ogni paragone con il caso Cucchi e anche con il caso Amanda Knox, mettendo in guardia contro generalizzazioni che riguardano se non l’avvocatura, almeno l’Arma dei Carabinieri: «Ogni processo ha una propria storia e un suo significato. Non vedo punti di contatto con altri casi».

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