C’è chi ci crede ancora. Tutte le aperture della Lega al M5s

Le parole di Matteo Salvini sono sembrate chiare. Quelle di Luigi Di Maio un po’ meno, anche se ormai sembra difficile tornare indietro. Qualcuno, però, ci spera. È davvero possibile una riedizione del governo gialloverde?

All’inizio sembrava solo uno spiraglio. Poi qualcosa di più: un’apertura con un angolo sempre più ampio che sembra essersi trasformato in un invito a rientrare. Anche se a pochi minuti dalle parole del presidente della Repubblica (attese per le 20) questo sembra lo scenario più improbabile, visto che in politica l’improbabile diventa possibile, riassumiamo tutti i segnali che la Lega ha mandato ai Cinque stelle nel corso della giornata. A cominciare da quelli del leader.


La mossa del leader

Dopo le consultazioni con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Matteo Salvini ha parlato chiaramente di una possibilità di ricompattare l’alleanza gialloverde.


«Ragioniamo perchè i “No” diventino “Sì” e miglioriamo la squadra. Io sono un uomo concreto e non porto rancore. In questi giorni ho scoperto tanti che sarebbero favorevoli a una manovra economica coraggiosa». Una posizione che sembrerebbe chiara e che per Salvini sarebbe l’unica scelta dopo quella del voto immediato.

Da evitare, secondo il leader della Lega, è un ritorno di Pd ai banchi del governo: «Non vorrei vedere rientrare dalla finestra un governo che gli italiani hanno cacciato dalla porta».

Il discorso di Salvini potrebbe essere una mano tesa per una nuova alleanza ma potrebbe essere anche solo un modo per rendere più difficle il percorso di avvicinamento tra M5s e Pd. Certo è che queste parole non sorprendono, soprattutto dopo le voci e le mezze frasi degli ultimi giorni.

Criptiche, ma un po’ spostate a sinistra, invece le parole di Luigi Di Maio. Nel suo discorso dopo le consultazioni con il Presidente della Repubblica ha parlato soprattutto di programmi, facendo trasparire la volontà di andare avanti con un governo. Con chi, non è ancora chiaro, anche se di Lega non ha mai parlato.

Il telefono sempre acceso di Salvini

Uno dei primi a dirlo era stato proprio Matteo Salvini, a Castel Volturno: «Il mio telefono è sempre acceso. Anzi, andando via da qua manderò un bel WhatsApp di ringraziamento al presidente del Consiglio». Il calendario segnava il 15 agosto. Cinque giorni dopo Giuseppe Conte avrebbe fatto il suo discorso al Senato per stroncare l’operato di Matteo Salvini.

A questa affermazione Luigi Di Maio, capo politico dei Cinque Stelle, aveva risposto: «È pentito, ma la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna!».

La voce dei colonnelli

Claudio Borghi, deputato Lega Nord nel pomeriggio ha lanciato una vera e propria campagna attraverso i social. All’ora di pranzo ha scritto su Twitter: «C’è vita nel M5S. Mi preoccupa però il silenzio di alcuni che ero davvero convito fossero vivi ma a questo punto mi vengono dubbi… C’è tempo, non tantissimo ma c’è». E cita Gianluigi Paragone, che di accordi con il Pd non vuole sentire parlare.

Fonte: Twitter | Il messaggio di Claudio Borghi

E ancora. Riccardo Molinari, presidente del gruppo dei Deputati della Lega, in un’intervista a la Repubblica aveva dichiarato: «In politica non bisogna mai dire mai su nulla. Se il M5s vorrà mettere da parte delle posizioni ideologiche, ci si può ragionare».

Nella rassegna delle possibile aperture, ci sono anche le parole di Gianmarco Centinaio, ministro dell’Agricoltura e storico colonnello della Lega. Intervistato da il Mattino ha dichiarato: «Anche in questi giorni, una porticina l’abbiamo tenuta aperta. Ovviamente deve esserci un passo indietro del presidente del Consiglio». Basterà? Al momento pare di no. Ma in questa crisi che sembra un giallo, non è detta l’ultima parola.

Leggi anche: