Grillo accoglie Conte fra gli Elevati: endorsement e segnale al Movimento?

Il comico scende in campo per difendere il lavoro del premier Conte, che nell’accordo con il Pd potrebbe lasciare il governo. «Se dimostreremo la capacità di perdonare le sue virtù sarà un passo in avanti per il Paese»

«Sembra che nessuno voglia perdonare a Conte la sua levatura ed il fatto che ci abbia restituito una parte della dignità persa di fronte al mondo intero». È il pensiero che il cofondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo rivolge al premier dimissionario Giuseppe Conte.


«Se dimostreremo la capacità di perdonare le sue virtù – prosegue Grillo ironicamente – sarà un passo in avanti per il Paese, qualsiasi cosa che preveda di scambiare lui, come facesse parte di un mazzo di figurine del circo mediatico-politico, sarebbe una disgrazia». «Ora ha pure un valore aggiunto – conclude sempre rivolgendosi al premier uscente -. L’esperienza di avere governato questo strano Paese… benvenuto tra gli Elevati».


Quello di Beppe Grillo sembra essere un chiaro endorsement a Giuseppe Conte come premier in questa fase in cui – in attesa del secondo giro di consultazioni al Quirinale, fissato da Mattarella per martedì – circola con insistenza il totonomi sul futuro presidente del Consiglio e relativi ministri. Un elenco in cui le generalità del premier uscente non figurano, né come primo ministro né come titolare di un dicastero. Un finale troppo amaro? Per il comico genovese, di certo, il professore e avvocato di Volturara Appula ha reso possibili delle riforme che il Paese aspettava «dai tempi dell’Antica Roma».

Immancabile la dura stoccata a Matteo Renzi: «Poi… il finto rottamatore, un guascone che compare su tutte le reti in una svendita di ferrivecchi ripetendo “venghino, siori venghino” salito su a furor di europee, mancette e menzogne: “il daspo ai corrotti! Il daspo ai corrotti!”. Anche lui va a Bruxelles, sempre felice di rappresentare al meglio l’Italia, anche lui obbedisce: via i diritti dei lavoratori, dopo la disintegrazione dell’esistenza ai pensionandi del competentissimo predecessore. Un tradimento senza alcuna decenza della storia del suo partito, di quella del paese e dei suoi sistemi di equilibrio sociale».

Che la dichiarazione di Grillo sia un modo per dire ai vertici del Movimento che l’accordo col Pd senza neppure Conte premier rischia di costare troppo salato?

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