La fuga da Hong Kong: poco lavoro, prezzi alti delle case e instabilità politica

Le mete più ambite sono Australia, Canada e Stati Uniti: affascina soprattutto la terra dei canguri per il clima e la stabilità politica

Sono sempre di più gli abitanti di Hong Kong che hanno lasciato o vorrebbero lasciare il prima possibile l’ex colonia britannica. Il motivo? Instabilità politica e sociale (basta guardare alle recenti manifestazioni) oltre ai prezzi alti delle case. Nelle ultime settimane – ed è questo il dato più preoccupante – il fenomeno ha subito un’impennata con un raddoppio delle richieste di informazioni. Lo scrive Agi.


Fuggire in Australia

Le mete più ambite sono Australia, Canada e Stati Uniti. In testa alle preferenze c’è l’Australia, principale destinazione per un terzo degli espatriati del 2018 che piace soprattutto per la stabilità politica e per il clima.


«Il clima politico non è facile qui», ha detto al Guardian Hu, consulente principale della John Hu Migration Consulting. «Le persone ci telefonano – racconta – sono sempre più determinate a ottenere un visto per quello che chiamiamo un “piano B”».

Di Hong Kong spaventa non solo l’instabilità politica ma anche la scarsa fiducia nel sistema scolastico statale e le poche opportunità di lavoro per i laureati.

I dati preoccupanti

Secondo l’Ufficio di Sicurezza di Hong Kong, circa 7.600 persone sono emigrate lo scorso anno, rispetto ai 6.500 del 2017. Un sondaggio condotto dall’Istituto di Studi sull’Asia del Pacifico di Hong Kong lo scorso dicembre, ovvero mesi prima dall’inizio delle proteste, ha rilevato che oltre un terzo (34%) degli intervistati sarebbe emigrato se ne avesse avuto l’opportunità.

Gli aspiranti emigrati hanno dichiarato di essere in cerca di un «ampio spazio vitale» (il 35%), «migliore qualità dell’aria, meno inquinamento» (22,3%) e «maggiore libertà e diritti umani» (15,6%).

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