Stangata sulle scuole guida, perché prendere la patente adesso può costare anche 1000 euro

Dopo la sentenza della Corte europea, l’Italia si adegua. L’aumento avrà anche effetto retroattivo

Brutte notizie per chi si sta preparando per prendere la patente. L’Agenzia delle Entrate si è adeguata alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea. Il 14 marzo scorso, infatti, la Corte ha stabilito la revoca dell’esenzione dal pagamento dell’Iva sulle lezioni di scuola guida, in quanto appartenenti a «una categoria di insegnamento che non rientra in quelle di ambito scolastico o universitario». Ed è così che con la risoluzione 79 del 2 settembre l’Agenzia delle Entrate applicherà l’Iva del 22% a tutte le lezioni, sia teoriche sia pratiche, eseguite nelle autoscuole. Unica possibile via per il risparmio, solo sul fronte dei corsi teorici, è quella di sostenere l’esame da privatisti, mentre resta invariato l’obbligo di sostenere almeno 6 lezioni di pratica in autoscuola prima dell’esame finale, con i relativi costi maggiorati del 22%.


Le associazioni sul piede di guerra

Inoltre il provvedimento avrà anche effetto retroattivo. Ciò significa che le autoscuole dovrebbero rintracciare tutti i corsisti per far loro versare la quota non versata dell’Iva che, per le casse italiane, si tradurrebbe in un introito di circa 550 milioni di euro. Una decisione che ha messo immediatamente sul piede di guerra la Confederazione autoscuole riunite e consulenti automobilistici (Confarca), presieduta da Paolo Colangelo. «Chiediamo fin da subito che si trovi quanto prima un rimedio a questa risoluzione che incide tra l’altro in maniera pesante su un settore già in piena difficoltà sia per la crisi economica, sia per i disservizi che gli operatori sono costretti a fronteggiare sul territorio nazionale», ha dichiarato il presidente Colangelo. 


«Questa misura è un rischio per la sicurezza dei neopatentati»

Anche l’Unasca (Unione Nazionale Autoscuole e Studi Consulenza Automobilistica) si è detta contraria alla risoluzione. «La patente – ha spiegato il segretario Unasca Emilio Patella – dovrebbe essere considerata un bene di prima necessità e riguarda soprattutto ragazzini senza reddito: l’Iva non potranno mai scaricarla, è una penalizzazione completa». «Purtroppo il costo della patente salirà immediatamente del 22 per cento – continua Patella – Al di là delle difficoltà di convincere i clienti che questo pesante aumento non viene in tasca nostra, probabilmente comporterà un problema di sicurezza: meno lezioni e una minore preparazione dei neopatentati». Patella infine chiosa: «Noi di certo non pagheremo gli arretrati: l’80% delle autoscuola italiane chiuderebbe. Siamo piccole aziende familiari, con un margine di guadagno tra il 15 e il 20%. Se dovessimo versare noi quel 22% mai richiesto e non riscosso sarebbe la fine».

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