Chi sono gli incel e quali bufale sulla sessualità condizionano la loro vita – L’intervista
I recenti fatti di cronaca riguardanti l’omicidio di Elisa Pomarelli da parte del reo-confesso Massimo Sebastiani, che come movente avrebbe avuto una infatuazione non corrisposta da parte della ragazza, è di ispirazione per tornare a trattare il tema degli incel, i celibi involontari. Ovviamente soffrire per l’incapacità di avere rapporti sentimentali o sessuali con una persona non porta automaticamente a diventare degli assassini, vale però la pena ricordare che non si tratta certo del primo caso al Mondo in cui un fatto di cronaca nera si spiega con moventi simili. Prendiamo come esempio gli attentati con armi da fuoco negli Stati Uniti: in alcuni casi a commettere la strage sono stati degli incel, mossi come vedremo da convinzioni pseudoscientifiche, dove le donne dominerebbero la società col loro potere di «selezione sessuale», mutuato in parte da una visione distorta della teoria dell’evoluzione.
Incel, redpill e teoria Lms
Gli incel non sono necessariamente portatori di tesi pseudoscientifiche sulla sessualità e sui rapporti sociali, generalmente si definiscono tali tutti quelli che si riconoscono celibi involontari e non hanno rapporti sessuali da almeno sei mesi. Si tratta però di una definizione standard per categorizzare una condizione ben più complessa. Solo una parte degli incel crede e divulga le tesi della «redpill». Il termine deriva da una scena del primo film della trilogia cinematografica Matrix, dove il personaggio di Morpheus fa scegliere al protagonista Neo tra una pillola rossa e una blu. La prima è quella che rivelerà il «Mondo reale». Un Mondo che secondo i «redpillati» si baserebbe sulle regole della teoria «Lms» (look money and status), dove le donne eserciterebbero il vero potere, negando a una minoranza di “inadatti” (gli incel) quello che viene ritenuto il “diritto ad avere rapporti sessuali”. La psicologa e psicoterapeuta Maria Teresa Nuzzolese – con un master in aspetti medico-sociali della sessualità – spiega a Open perché le tesi «redpill» sono infondate.
Differenze tra incel e redpill
«Si può essere celibi involontari ma non redpill e viceversa – precisa Nuzzolese – L’incel secondo alcuni studi è la condizione di chi non ha legami sentimentali da più di sei mesi e si percepisce come tale, tanto che in altri studi sono stati identificati come incel anche persone sposate, ma che non hanno rapporti da lungo tempo. Il redpill è colui che avrebbe “ricevuto una rivelazione”: ha preso la “pillola rossa”. Avrebbe capito come funzionano i rapporti tra le persone. Secondo la redpill questi, soprattutto a livello di attrazione, si baserebbero sui valori della teoria Lms. Potrebbero esserci persone con una attività sessuale regolare, ma che aderiscono a questa idea di funzionamento dei rapporti».
Teoria Lms (look money and status)
Generalmente nei Social circola una definizione che potremmo considerare alla base di tutte le convinzioni che ruotano attorno alla redpill: caratteristiche quali la sicurezza di sé, il carisma e la buona comunicazione (fisica e verbale) sarebbero importanti ma non necessarie. Innanzitutto contano l’aspetto, il reddito e lo status sociale (relativamente superiore a quello della donna). Forse però si confonde la causa con l’effetto. Apparire “belli”, avere un certo reddito e status sociale sono tutte conseguenze dell’avere cura di sé, essere intraprendenti e impegnarsi in qualcosa nella vita. Difficilmente si riesce ad attrarre se per primi abbiamo scarsa autostima. «I valori della Lms si basano su alcune teorie che fanno riferimento alla sociologia psico-evoluzionista che si basano sulla cosiddetta “ipergamia” – continua la psicologa – Ovvero, per caratteristiche adattative la donna sarebbe portata a cercare nel partner delle caratteristiche che permettano di migliorare la specie, quindi delle garanzie sulla possibilità di avere una prole, portando avanti la generazione attraverso un miglioramento genetico.
Questo nell’interpretazione della redpill è relativo solo alla donna. In realtà quel che dicono gli studi è che questa tendenza esiste da entrambe le parti. Ma stando all’approccio psico-evoluzionista, nell’ipergamia chi dà importanza all’aspetto estetico nel valutare un potenziale partner è il mondo maschile. Dal punto di vista femminile, dal momento in cui c’è una prole da mantenere, c’è una ricerca di sicurezza da parte del potenziale partner. Attenzione: gli studi sono comunque relativi a un modello. Vuol dire che sto interpretando la realtà utilizzando un tipo di lente. Nel momento in cui cambio la lente, cambia anche la mia interpretazione della realtà. Qui parliamo di una delle tante interpretazioni di quelli che sono i meccanismi alla base dei rapporti umani».
Quante donne ci sono al Mondo per ogni uomo?
C’è anche chi si cimenta nella statistica. Si sostiene per esempio che nel Mondo donne e uomini sarebbero in pari numero, anzi tendenzialmente le donne risulterebbero meno numerose. Quindi per ogni uomo ci sarebbe a mala pena una donna a disposizione. A ben vedere però nei paesi europei e in quelli dell’ex Unione sovietica dovrebbero esserci più donne che uomini. In sostanza il discorso sarebbe che essendoci penuria di donne una certa categoria di persone che non soddisfano i valori Lms verrebbero irrimediabilmente tagliati fuori da questa sorta di “mercato” delle relazioni sessuali. Si fa riferimento però alla media Mondiale, mentre se guardiamo i dati relativi ai paesi da dove provengono generalmente buona parte degli incel (il Nordamerica, l’Europa e i paesi dell’Ex Unione sovietica) scopriamo che le donne superano il numero di uomini.
Considerando quanto riporta il Pew research center stando agli ultimi dati risalenti al 2015, scopriamo infatti che nelle regioni del Mondo prese come esempio le donne superano gli uomini. Nei paesi occidentali e in quelli dell’ex Unione sovietica gli uomini si aggirano tra gli 84,5 e i 90 ogni 100 donne. «Fa parte delle tante semplificazioni che si trovano nella lettura di questa teoria – osserva Nuzzolese a proposito della divisione del Mondo tra uomini e donne – Possiamo anche parlare di numeri, ma in realtà si tratta di dati biologici, che escludono per esempio l’orientamento sessuale. Si presume quindi che omosessuali e lesbiche siano tanti quanti gli eterosessuali, senza contare tutti gli altri orientamenti Lgbtq+».
Non esiste una misura oggettiva della bellezza
Soffermiamoci un attimo sulla questione estetica. In diversi forum frequentati da incel e sostenitori della redpill vediamo presentate delle scale di valutazione con valori da uno a nove per i maschi (il dieci è un traguardo che possono raggiungere solo le donne, secondo buona parte di queste narrazioni), in cui si mettono voti a foto di volti presi dalla rete, anche di personaggi famosi. «La lettura della bellezza come oggettiva apre tanti discorsi paralleli – continua la psicologa – Intanto c’è già l’incongruenza di questa classificazione numerica della bellezza, ma basta davvero leggere qualche commento nei forum e nelle pagine Facebook: ci sono momenti in cui si crea una sorta di gara a dare i voti. Si nota quindi come all’interno della stessa comunità redpill non ci sia una congruenza di valutazioni. Se ci fosse un’oggettività della bellezza i voti convergerebbero in maniera quasi matematica. Questo al di là di quanto possa essere soggettiva la bellezza, sia rispetto alle epoche, sia attraverso le culture. Dal punto di vista interiore, cercare dei termini così specifici e precisi per definire cosa rende una persona di successo vuol dire sottostimare tante altre caratteristiche».
Cos’è l’effetto alone
«In realtà quello a cui si fa spesso riferimento è l’effetto alone – prosegue Nuzzolese – Quel fenomeno per cui tendiamo a vedere più dotato di caratteristiche positive un persona “bella” è reale ed è studiatissimo, anche nel marketing. Ma quello che non viene mai citato è che la cosa funziona anche al contrario. Sono stati fatti esperimenti in cui si faceva vedere un video a degli studenti dove lo stesso professore appariva in una versione aggressiva e poco piacevole e una in cui appariva più disponibile e simpatico. Alla fine quando agli studenti veniva chiesto di valutare l’aspetto del professore i valori più alti corrispondevano alla versione in cui il docente aveva un comportamento gradevole. Se è vero che una persona più bella può essere percepita con caratteristiche positive in generale, vale anche il contrario: il comportamento influisce sulla percezione della bellezza. Essere più curati e sicuri di sé trasmette quindi un impatto diverso».
Il complotto del femminismo
Visto che questo genere di teorie sembrano attribuire alle donne un certo potere sull’altro sesso non è possibile che siano condizionate anche da pregiudizi misogini? «Intanto buona parte della teoria redpill emerge come reazione ai movimenti femministi – conferma la psicologa – Vediamo quasi un capovolgimento di tutto il paradigma femminista. Quel che viene detto sostanzialmente è che il femminismo ha fatto il lavaggio del cervello; le conquiste femministe avrebbero rovinato la società; le donne oggi pretenderebbero troppo. Ma nel momento in cui qualcuno contesta il fatto che possa esserci una “vaga” misoginia in tutto questo, la risposta spesso è che questa sarebbe l’effetto e non la causa. Sono arrabbiati in quanto si sentono esclusi da quello che sarebbe il “diritto alla sessualità”. Si sentono maltrattati, forse in qualche modo anche “bullizzati”. Questa rabbia porta poi a difendersi prendendo delle derive misogine». Qui si può trovare un parallelismo con le teorie di complotto che effettivamente trovano maggiori appigli negli “arrabbiati”, per varie ragioni che ci portano poi a cercare la risposta in una cospirazione dove entità misteriose controllerebbero il Mondo e le nostre vite, giustificando in questo modo anche l’arrendersi e non fare niente di utile per cambiare le cose nel nostro piccolo.
Il ruolo dei modelli proposti nella cultura di massa
Non può esserci però anche un problema dovuto al fatto che queste persone tendono a incamerare modelli di sessualità proposti nei media che non sempre corrispondono alla realtà? «Ci si confronta (pensiamo al fatto stesso di attribuire un voto su una scala) con una serie di modelli – spiega la psicologa – In questo modo però, invece di lavorare sull’accettare quel che di buono si ha, si guarda solo a ciò che ci manca. Così non si ha la possibilità di usare a pieno le proprie risorse. Vorrei citare un esempio che anche se non fa statistica è comunque un esempio importante: quello di Nick Vujicic. Si tratta di un motivatore molto noto che tiene conferenze in giro per il Mondo. Lo si vede anche come attore nel cortometraggio “Il circo della farfalla”. Lui è nato senza gambe e senza braccia: quindi svantaggiatissimo dal punto di vista della redpill. Volendo sdrammatizzare possiamo dire che se uno dei criteri più gettonati è quello dell’altezza, lui partiva molto svantaggiato. Ha avuto una giovinezza difficile, ha tentato il suicidio più volte, ma poi ha scoperto le sue potenzialità. Così oggi è famoso, realizzato, è sposato e ha due figli. Sicuramente è un unicum, ma dimostra fin dove si può arrivare facendosi forza di quel che si ha e non pensando solo a quel che ci manca».
Per approfondire:
- RationalWiki – Incel
- Alana’s Involuntary Celibacy Project
- NextQuotidiano – Chi sono gli Incel
- ELLE – What Happens to Men Who Can’t Have Sex
- The Journal of Sex ResearchInvoluntary – Celibacy: A life course analysis
- Psychology Today – Involuntary Celibacy