Con la replica Conte cambia passo, i “toni misurati” saltano contro FdI e Lega: «Mi chiedo se la Costituzione sia carta straccia»
È servita solo mezz’ora stavolta a Giuseppe Conte per presentare le proprie posizioni davanti ai deputati di Montecitorio. 60 minuti in meno rispetto all’intervento della mattina, ma il discorso è arrivato come una bordata sui banchi delle opposizioni: «Ho ascoltato in silenzio, con attenzione, prendendo appunti sulle parole più usate: tradimento, oltraggio a italiani, addirittura sequestro del voto. Mi chiedo se la nostra Costituzione esiste ancora o è stata stracciata».
In un clima da stadio, Conte ha portato avanti a fatica le sue risposte agli interventi del pomeriggio, esplicitando la sua affinità con il Movimento 5 Stelle e sferrando attacchi alla Lega: «Il Movimento è stato coerente, voi leghisti siete coerenti con le vostre convenienze elettorali».
Il richiamo alla «lingua mite», con cui aveva scelto di aprire la presentazione della mattinata, non era dunque una dichiarazione di pace verso i maggiori partiti d’opposizione. Proprio come il discorso in Senato del 20 agosto, Conte non risparmia critiche ai leghisti, che si esibiscono insieme a Fratelli d’Italia in “creative” performance di protesta (come chiamarlo “cadrega” e alzare in aria le sedie).
«Le vostre parole non cambieranno la realtà dei fatti», dice rivolgendosi alle minoranze che lo accusavano di essere un «traditore». «Questa è una grande mistificazione».
Reddito di cittadinanza
«Il reddito di cittadinanza rimarrà assolutamente in piedi, anzi lo dobbiamo implementare e monitorare», ha detto Conte durante la replica. «Non deve avere finalità assistenziale ma deve servire a recuperare al circuito lavorativo persone esiliate, emarginate».
«Non intendiamo affatto smantellare le misure di protezione sociale e welfare – ha aggiunto – ma anzi nei ventinove punti del programma le misure di welfare a favore dei redditi più svantaggiati e dei disabili sono al centro della nostra azione. State tranquilli»
Sicurezza e giustizia
Conte è intervenuto anche sui due macrotemi dell’ex esecutivo gialloverde, la giustizia e la sicurezza. «Un altro pilastro che ci chiede il Paese è quello della giustizia celere», ha detto. «Non si tratta solo di fare accertamenti in tempi rapidi ma anche di mettere in esecuzione, ad esempio un credito, in tempi rapidi. Il ministro Bonafede offre tutte le garanzie di continuare un progetto al quale aveva iniziato a lavorare già».
Sul tema della sicurezza, il premier provoca ancora una volta i leghisti (che insieme agli altri partiti d’opposizione continuano a disturbare lo svolgimento della discussione). «Ci sono due punti del programma di governo dedicati alla sicurezza, a partire da maggiore tutela alle forze di polizia e vigili del fuoco. State tranquilli: pensavate di avere ipotecato la rappresentanza e il presidio di un comparto ma non è così».
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