In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀGenovaInchiesteIntercettazioniLiguriaPonte Morandi

Falsi report sui viadotti, indagato anche un avvocato: il trucchetto per far evitare le intercettazioni

14 Settembre 2019 - 19:32 Redazione
Perquisito l'ufficio milanese dell'uomo, "aiutato" da Valentina Maresca, dell’ufficio legale Spea, indagata anche lei per favoreggiamento

Si chiama Fabio Freddi l’avvocato dello studio legale Andreano, indagato per favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta sui falsi report relativi ai viadotti gestiti da Autostrade che proprio ieri ha portato agli arresti domiciliari di altre tre persone, tra dirigenti Spea e Aspi (tutto sospesi dal servizio), e a sei misure interdittive.

Il ruolo dell’avvocato milanese

I militari del primo gruppo della Guardia di Finanza di Genova, insieme al procuratore aggiunto Francesco Pinto e a un membro del consiglio dell’ordine degli avvocati del capoluogo lombardo, hanno perquisito l’ufficio milanese dell’uomo. Secondo gli investigatori, il legale avrebbe fatto acquistare agli indagati i cosiddetti “jammer”, ovvero i disturbatori di frequenza per non essere intercettati. Oltre all’ufficio è stata perquisita anche la “Muteki srl”, ditta specializzata nel campo investigativo-informatico. Nella sede di Cesano Maderno gli inquirenti hanno trovato e acquisito fatture per circa 60mila euro per forniture di apparecchiature elettroniche.

Il presunto acquisto dei jammer da parte dell’avvocato Freddi è testimoniato anche da alcune intercettazioni. «Lo zelo della società – scrive il gip nell’ordinanza – durante le indagini non si è limitato al supporto ai dipendenti indagati. Si è concretizzato anche in attività di bonifica dei computer, installazioni di telecamere per impedire l’attivazione delle intercettazioni e nell’utilizzo di disturbatori delle intercettazioni stesse». Freddi sarebbe stato “aiutato” da Valentina Maresca, dell’ufficio legale Spea, indagata anche lei per favoreggiamento. Sarebbe stata proprio Maresca a chiamare la ditta “Muteki” quando non trovavano più uno dei dispositivi.

L’inchiesta

«Hanno redatto report “ammorbiditi” sulle condizioni di altri viadotti», questa l’accusa della guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta bis sul crollo del ponte Morandi di Genova, in cui sono morte 43 persone. Le misure cautelari, tre arresti domiciliari e sei misure interdittive – eseguite dal gip Angela Nutini su richiesta del pubblico ministero Walter Cotugno – riguardano dirigenti, tecnici, ingegneri di SpeaEngineering (società del Gruppo Atlantia) e Autostrade (sempre del gruppo Atlantia). I presunti report falsi sarebbero stati eseguiti sui viadotti Pecetti della A26, in Liguria, e sul Paolillo della A16, in Puglia.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti