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Juve, chi sono i 12 capi ultrà arrestati: i ricatti alla società, gli affari con i biglietti. Sequestrato materiale filonazista

16 Settembre 2019 - 11:05 Redazione
L'inchiesta era partita un anno fa quando la società bianconera aveva denunciato il ricatto da parte dei suoi ultrà

Blitz della Polizia nella curva della Juventus: 12 tra capi e principali referenti dei gruppi ultrà bianconeri sono stati arrestati nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Torino. In manette sono finiti Geraldo Mocciola detto Dino, leader dei Drughi, Salvatore Cava, Domenico Scarano, Umberto Toia, leader di Tradizione, Luca Pavarino, Sergio Genre. Per Fabio Trincchero, Giuseppe Franzo, Christian Fasoli, Roberto Drago sono stati disposti i domiciliari. Misura cautelare dell’obbligo di dimora invece per Massimo Toia e Massimo Corrado Vitale. Geraldo Mocciola era già finito in carcere agli inizi degli anni Novanta per l’omicidio di un carabiniere. Le accuse nei confronti degli ultrà sono, a vario titolo, associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. In corso anche decine di perquisizioni in diverse città italiane. Nella sede dei Drughi, a Moncalieri (Torino), la polizia ha sequestrato bandiere e striscioni con simboli nazisti e fascisti, bassorilievi che rappresentano Benito Mussolini, calendari e quadri del Duce.

Credits: Polizia di Stato

I gruppi coinvolti

L’indagine, condotta dalla Digos e dal gruppo criminalità organizzata della procura, coinvolge tutti i principali gruppi del tifo organizzato: ‘Drughi’, ‘Tradizione-Antichi valori’, ‘Viking’, ‘Nucleo 1985’ e ‘Quelli… di via Filadelfia’. Oltre ai leader delle varie sigle, risultano coinvolti nell’inchiesta anche un’altra quarantina di soggetti, tutti iscritti nel registro degli indagati: si tratta dei referenti dei gruppi nelle varie città italiane e dei rappresentanti di un altra sigla, il ‘Nab’ (Nucleo armato bianconero). Le perquisizioni, coordinate dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione, sono in corso non solo in diverse città del Piemonte – Alessandria, Asti, Biella – ma anche a Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza e Bergamo. Nella sede dei Drughi, a Moncalieri (Torino), la polizia ha sequestrato bandiere e striscioni con simboli nazisti e fascisti, bassorilievi che rappresentano Benito Mussolini, calendari e quadri del Duce.

La denuncia della società

L’inchiesta è partita ufficialmente circa un anno fa quando la società bianconera aveva denunciato il ricatto cui era stata sottoposta dai suoi ultrà. I leader della curva avrebbero così messo in piedi una «capillare strategia criminale» per ricattare la società bianconera dopo che la Juventus aveva deciso di interrompere una serie di privilegi concessi ai gruppi ultrà. Dalle intercettazioni e dalle attività d’indagine sono emersi «incontrovertibili elementi probatori» nei confronti dei soggetti coinvolti nell’inchiesta, che sarebbero responsabili di una “precisa strategia estorsiva” nei confronti della Juventus. Dall’indagine è emerso inoltre che uno dei principali gruppi del tifo bianconero, i «Drughi», riusciva a recuperare centinaia di biglietti per le partite allo Stadium in tutta Italia, grazie alla compiacenza di alcuni titolari di agenzie e negozi abilitati alla vendita dei tagliandi delle partite della Juve

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