Clan Spada, per la Corte d’Assise è associazione mafiosa: ergastolo per Carmine, Ottavio e Roberto

Condannato anche Roberto Spada, l’aggressore del giornalista Daniele Piervincenzi

Ergastolo per i principali esponenti del clan Spada: si tratta di Carmine, detto “Romoletto”, Roberto – noto per aver aggredito il giornalista Daniele Piervincenzi nel novembre del 2018 – e Ottavio, detto “Marco”, Spada. Questo il verdetto dei giudici della Corte d’Assise di Roma nell’ambito del processo al clan di Ostia, che di fatto costituirebbe «un’associazione per delinquere di stampo mafioso».


Le accuse

Il procedimento chiuso oggi in primo grado è legato alla maxi-operazione delle forze dell’ordine, denominata “Eclissi” che il 25 gennaio 2018 portò agli arresti di 32 persone legate al clan Spada, per la maggior parte ritenute, secondo i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale, componenti di un’associazione per delinquere di stampo mafioso.


Tra gli episodi contemplati nel capo di imputazione, c’è anche il duplice omicidio di due esponenti di un clan rivale, Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, avvenuto il 22 novembre del 2011, di giorno e nel centro di Ostia.

Tra gli altri reati formulati dai pm, a vario titolo, ci sono usura, favoreggiamento, estorsione, lesioni personali aggravate, violenza privata e incendio.

Il clan Spada a Ostia

Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale si sarebbe impossessato di un pezzo di città. Un clan che, secondo l’accusa, ha messo in atto una vera e propria aggressione al territorio: «Una associazione a delinquere – scriveva il gip nell’ordinanza – che ha provocato un profondo degrado» nella zona di Ostia «consentendo il dilagare di reati gravissimi e lesivi dei beni primari». Una mafiosità che poggia la «sua potenza sull’organizzazione a base familistica e sulla ripartizione delle competenze».

Le reazioni

Nell’aula bunker di Rebibbia presente anche la sindaca di Roma Virginia Raggi: «Questa sentenza riconosce che sul litorale di Roma c’è la mafia. Si può parlare di mafia a Roma. Ringrazio magistratura e forze dell’ordine e soprattutto quei cittadini che denunciano la criminalità. Io sono qui per stare accanto a quei cittadini. Restituire fiducia ai cittadini onesti che per troppo tempo hanno avuto paura».

«La condanna di primo grado per mafia, appena pronunciata dalla Corte d’Assise di Roma, a carico di diversi soggetti ritenuti membri del clan Spada permette di iniziare a dare un nome ben preciso a chi mette quotidianamente in pericolo i cittadini. Si chiamano mafiosi e utilizzano modalità subdole come prevaricazione, ricatto, violenza», così in una nota i parlamentari del M5s in Commissione Antimafia.

«Questa condanna – aggiungono – dimostra che se la criminalità si organizza, lo Stato ha struttura e anticorpi ancora più forti. Se si arriverà a una condanna definitiva dello stesso tenore sarà una vittoria di tutti e un tassello in più per riappropriarsi dei nostri territori, il cui controllo spetta legittimamente alle Istituzioni e non alla malavita».

«Sentenza Spada, vince lo Stato, perde la mafia. Vincono i cittadini!», scrive su Twitter il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

«Sono indignato, è una follia vera. Questa decisione è una vergogna, non condivisibile in alcun suo aspetto», questo il commento dell’avvocato Mario Girardi, difensore di Carmine Spada, detto “Romoletto”, condannato all’ergastolo.

Foto in copertina: Carabinieri

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