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I giovani del Fridays For Future strigliano il ministro Fioramonti: «Parole insufficienti: vogliamo più fondi per l’istruzione»

25 Settembre 2019 - 18:09 Riccardo Liberatore
Il movimento ha dichiarato di aver preso atto della circolare del ministro. Ma ha rilanciato, chiedendo di passare dalle parole ai fatti

Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti aveva già attirato su di sé l’ira dell’Associazione nazionale presidi per la circolare con cui il ministro invitava le scuole a concedere l’assenza giustificata agli studenti che avrebbero marciato contro il cambiamento climatico nella manifestazione nazionale del 27 settembre anziché presentarsi in classe. Il suo gesto non sembra però non aver convinto neppure il movimento, stando alle dichiarazione di uno dei rappresentanti di Fridays For Future Italia.

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«Il vostro riconoscimento non ci è utile»

«Le manifestazioni del 27 settembre non sono “lodevoli iniziative” come le ha definite, ma sono gli scioperi che noi giovani stiamo mettendo in atto contro i potenti della Terra, contro i responsabili del sistema produttivo ed economico che ha causato il disastro ambientale a cui stiamo andando incontro da anni, e che nessun governo ha messo in discussione».

Il tono del rappresentante del movimento Fridays For Future in Italia Davide Ramelli, assomiglia molto alla retorica intransigente di Greta Thunberg, il sentimento quello di sfida nei confronti dell’establishment politico che sottovaluta la gravità dell’emergenza climatica. Da quì la richiesta al ministro di non limitarsi alle parole ma di adoperarsi affinché il suo ministero – e l’esecutivo di cui fa parte – si spenda al massimo per onorare gli impegni presi.

La prima richiesta è per maggiori investimenti per migliorare l’istruzione e la formazione in materia ambientale: «Abbiamo urgentemente bisogno di ingenti finanziamenti alla scuola, all’università e alla ricerca, liberando l’istruzione dagli interessi e dai ricatti dei privati che sfruttano i fossili, perché senza la condivisione e la libertà della conoscenza non si trova la strada verso la transizione ecologica».

Attività di formazione da finanziare non con nuove tasse, ma con il taglio ai sussidi ambientalmente dannosi per ben 16 miliardi di euro all’anno. Altrimenti sono solo chiacchiere: «Proprio perché è importante la conoscenza, il vostro riconoscimento e il banner verde fuori dal Palazzo non sono utili a fermare il cambiamento climatico, ci dispiace», continua Merelli.

«O noi o McDonald’s»

La seconda, è una presa di posizione di principio nei confronti dell’industria. Va bene che il ministero parli favorevolmente delle manifestazioni, va bene anche che mandi la circolare ai presidi, bene anche l’iniziativa di invitare le scuole all’interno del ministero per raccontare i loro progetti di transizione ecologica. Non altrettanto bene se accetta soldi da aziende e multinazionali «responsabili della devastazione ambientale del pianeta».

«O noi, o l’Eni, Mc Donald’s, Enel, Zara, Fca… Vogliamo l’interruzione immediata di tutte le collaborazioni tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e le grandi aziende inquinanti che hanno accumulato ricchezze e profitto mentre inquinavano e sfruttavano il pianeta, le lavoratrici e i lavoratori e gli abitanti dei territori devastati».

Arriva anche l’appoggio dei sindacati studenteschi

«Gli studenti rivendicano più coraggio da parte del Ministro Fioramonti: Una nuova disciplina nelle scuole non può cambiare nulla, se non in peggio» Così, Giacomo Cossu, coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza, che torna ad affrontare il tema dell’offerta didattica in materia ambientale: «Fioramonti ha fatto una proposta al ribasso. Per la transizione ecologica è necessario cambiare tutta l’offerta didattica dall’asilo all’università, in ogni disciplina, mettendo al centro un modello di sviluppo sostenibile».

A lui si associa Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale di Unione degli Studenti: «Una nuova disciplina servirebbe solo a creare ulteriore caos e frammentazione della didattica nelle scuole, noi indichiamo da anni la direzione opposta. Vogliamo una riforma dei cicli scolastici che permetta un percorso didattico coerente e uguale per tutti gli studenti, a prescindere dall’indirizzo di studio. La transizione ecologica deve essere centrale in ogni disciplina, dalla filosofia alle scienze».

«Fioramonti deve intervenire anche sull’università, interrompendo i finanziamenti a progetti di ricerca che non sono orientati alla transizione ecologica nel più breve tempo possibile. L’università e la ricerca devono guidare la riconversione dell’economia tramite maggiori finanziamenti e autonomia per la comunità scientifica. – così invece Camilla Guarino, coordinatrice di Link Coordinamento universitario, che annuncia altre proteste: «Per questo domani mattina faremo flash mob alle entrate degli atenei prima di andare ai cortei, mentre la sera faremo iniziative durante la Notte europea dei ricercatori, con lo slogan Salviamo la ricerca per salvare il pianeta!».

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