Renzi già silura la manovra: «I tagli delle tasse in busta paga? Un pannicello caldo». Dal Pd: «Lui voleva rinviare»

L’ex premier chiarisce: «Questo governo non è il mio governo, ma è un governo di salvezza nazionale. Limitiamo i danni rispetto al Papeete»

Matteo Renzi usa toni duri nei confronti del governo giallorosso, sostenuto anche dal suo partito Italia Viva. Intervenendo a Tg2 Post, l’ex presidente del consiglio esordisce gioendo per lo scongiurato, a quanto pare, aumento dell’Iva, dopo le polemiche dei giorni scorsi: «Aumentare le aliquote dell’Iva sarebbe stato un bel pasticcio per i consumi. Quindi bene così, giriamo pagina». Ma sul taglio del cuneo fiscale va all’attacco, ricordando i provvedimenti del suo esecutivo: «Tutti parlando di ridurre il cuneo fiscale: con il mio governo abbiamo fatto gli 80 euro, 6 miliardi in meno di costo del lavoro e altri interventi per 22 miliardi di riduzione cuneo fiscale. Proporre 3,4 miliardi in meno è pannicello caldo».


Il leader scissionista di Italia Viva ribadisce poi: «Questo governo non è il mio governo, ma è un governo di salvezza nazionale. Limitiamo i danni rispetto al Papeete. Dobbiamo trovare un giusto equilibrio per far abbassare le tasse». E chiarisce: «Se avessi pensato al mio sentimento personale non avrei votato la fiducia. Ma quando fai politica non la fai per risentimento personale ma per un sentimento nazionale: all’Italia serve un periodo di tranquillità dopo la tempesta salviniana. Poi – ha dichiarato con riferimento al ministro ministro dell’Economia e delle Finanze – su Gualtieri meno male che c’è».


Renzi ha poi dato appuntamento alla kermesse fiorentina che si terrà dal 18 al 20 ottobre: «Pensiamo all’Italia 2029, perché la Leopolda è alla decima edizione, un’esperienza di popolo. Ora riprendiamo il ragionamento di allora, come sogniamo l’Italia dei nostri figli». La risposta all’ex premier non si è fatta attendere dalla sponda Pd. A rintuzzare è stato su Twitter il viceministro dem, Antonio Misiani che ha scritto: «Matteo Renzi liquida il taglio del cuneo fiscale come un “pannicello caldo”. Sbaglia. Il suo partito aveva chiesto di rimandarlo al 2021. Non siamo d’accordo. Siamo al governo perché le tasse sui lavoratori vogliamo tagliarle. Iniziando subito, a partire da chi ne ha più bisogno».

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