Marco Giampaolo rischia di farsi male lì dove negli ultimi anni ha fatto benissimo. Stadio Luigi Ferraris di Genova. Domani sera c’è Genoa-Milan, nello stadio che ha visto luccicare gli occhi dei tifosi della Sampdoria, e in generale degli amanti del calcio, quando il credo del Giampaolo blucerchiato era un Verbo sacro. Affidabile. A differenza di quanto sta accadendo al Milan: sei giornate, quattro sconfitte. In fondo alla classifica e nel pieno del ciclone.
Giampaolo il filosofo
Non passerà alla storia come il Filosofo dell’ ‘Io’, Marco Giampaolo. Che nella calda conferenza pre-Genova va dritto al punto quando gli chiedono se si sente a rischio: «Non bisogna ragionare sull’io, ma sul noi. Domani è importante per il Milan. Gli interessi individuali non contano nulla».
L’aspetto morale non fa una piega, ma il calcio è un giudice spietato quando le cose vanno male. E se domani dovesse arrivare un’altra partitaccia il primo indiziato a rimetterci calcisticamente le penne sarebbe lui. E non loro, i giocatori.
Piatek e l’area
Contro il Genoa spazio a Duarte in difesa (Musacchio è squalificato), mentre a centrocampo Biglia dovrebbe rilevare Bennacer. Davanti la conferma di Suso e Leao ai fianchi di Piatek. Ancora a secco su azione in questa stagione: «Non possiamo rinunciare all’attaccante più prolifico, anche se è in difficoltà. I gol chi li fa? Giampaolo? Può stare fuori due o tre partite, ma non puoi rinunciare al tuo capocannoniere. Deve prendersi le sue responsabilità, i giocatori importanti devono stare in trincea» .
E ancora, sulla latitanza del famoso gioco voluto dall’allenatore: «Dobbiamo migliorare gli ultimi 20 metri, dobbiamo riempire di più l’area. Dobbiamo lavorare e insistere su questo».
Foto di copertina Ansa