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Brexit, ecco il testo dell’accordo negoziato da Boris Johnson e l’Ue

17 Ottobre 2019 - 14:47 Redazione
Boris Johnson punta a sciogliere il nodo sull'Irlanda del Nord senza scontentare il partito unionista democratico e i "puristi" della Brexit

Mancano circa due settimane alla scadenza ufficiale per la Brexit, prevista per il 31 ottobre, ma finalmente il nuovo Governo conservatore di Boris Johnson ha trovato un accordo con l’Unione europea. L’ostacolo da superare – per far meglio di Theresa May – sono i controlli al confine tra l’Irlanda del Nord (parte del Regno Unito) e la Repubblica Irlandese (stato membro dell’Unione europea).

Il backstop

Il nodo fondamentale è il “backstop“. L’accordo negoziato da May – bocciato tre volte del parlamento di Westminster – prevedeva la permanenza del Regno Unito nell’unione doganale con l’Unione europea nel periodo di transizione, ovvero finché le due parti non avessero concordato un nuovo accordo commerciale. Una prospettiva che non piaceva affatto ai puristi della Brexit, che vorrebbero un taglio netto con l’Unione europea. L’altro scenario da evitare era il ritorno a un confine duro tra “le due irlande”.

La soluzione proposta da Boris Johnson è di mantenere l’Irlanda del Nord nel territorio doganale del Regno Unito, al tempo stesso garantendo l’accesso europeo al mercato nord irlandese. Non sono previsti dazi aggiuntivi per le merci in entrata nell’Irlanda del Nord da altre parti del Regno Unito, che saranno quindi i medesimi del Regno Unito. Al tempo stesso le merci in entrata nell’Irlanda del nord da fuori dal Regno Unito, non saranno considerate “a rischio” di essere introdotte nel Regno Unito a meno che non vengano “alterate” o trasformate in qualche maniera. Condizioni – che riguardano sia la natura, sia la destinazione dei prodotti – che dovranno essere però definite da un Comitato prima della fine del periodo di transizione.

Nel farlo il comitato dovrà evitare, il più possibile, come recita l’Articolo 6, i controlli ai porti e gli aeroporti dell’Irlanda del Nord. Visto che vengono esclusi i controlli al confine tra le “due irlande” nel preambolo del protocollo, è probabile che, come anticipato negli ultimi giorni, questi avvengano diffusamente nel territorio nord-irlandese e/o in entrata nelle altre zone della Gran Bretagna.

Il veto nordirlandese

L’articolo 18 del documento invece conferma la possibilità di un voto nordirlandese per respingere o accettare l’accordo, ma dopo 4 anni dall’inizio del periodo di transizione. Per accettare o respingerlo basterà al “parlamento di Stormont” una maggioranza semplice. Così facendo, seguirà un altro periodo di 4 anni, dopo il quale l’assemblea sarà chiamata a votare nuovamente. Nel momento in cui la maggioranza dovesse comprendere anche una maggioranze di unionisti e nazionalisti oppure dovesse essere pari o superiore al 60% dei membri, con almeno 40% degli unionisti e nazionalisti, il secondo periodo prima del voto sarà di 8 anziché di 4 anni.

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