Minja e la “sua” orchestra under 21: «Con la musica classica si può parlare anche di Europa e clima» – La videointervista

«Fate della musica il vostro rifugio sicuro. Può essere una salvezza in un mondo in cui c’è così tanta pressione su noi giovani», dice Minja Stojanović. Musicante dell’orchestra giovanile europea che, però, non è ancora cittadina Ue. L’abbiamo incontrata

Per lei “orchestra” significa famiglia, ha 17 anni e suona l’arpa da quando ne aveva 8. Da poco è rientrata a casa, in Serbia, dopo un’estate passata a in giro per l’Italia a suonare per l’Europa. Anche se il suo Paese è ancora in lista d’attesa per entrare nell’Ue, Minja Stojanović, non ha dubbi sull’importanza che l’Europa ha per i giovani: «L’Unione europea è istruzione, viaggi, unità, pace».


Abbiamo fatto una chiacchierata con lei al Teatro Franco Parenti di Milano poco prima dell’esibizione “Tamburi di pace per l’ambiente” con l’orchestra Esyo in cui suona. Settanta ragazzi provenienti da 13 Paesi diversi, il più “anziano” è poco più che 20enne, il più giovane ha 12 anni. Esyo (European Spirit of Youth Orchestra) è infatti un’orchestra under 21, si ricostruisce ogni anno: i ragazzi arrivano a Trieste in estate e per settimane suonano nei teatri di tutta Italia: da Camerino a Bologna, passando per Milano.


Orchestra Esyo durante l’esibizione al teatro Franco Parenti di Milano per il progetto “Tamburi di pace per l’ambiente”

Nata dall’idea del maestro Igor Coretti Kuret, Esyo da cinque anni ha uno strumento in più: la voce di Paolo Rumiz. I ragazzi accompagnati dai dialoghi dello scrittore raccontano ogni anno un tema di attualità: guerra, immigrazione, cambiamenti climatici.

Quest’anno, il 2019, era dedicato alla narrazione per l’Europa, un tema che durante la data milanese sulle note della musica si è fuso con quello della lotta ambientale. «La musica è un linguaggio universale, parlare di temi di attualità con la musica è molto più importante di quello che le persone potrebbero pensare», dice Minja.

L’arpista ha raccontato anche il suo rapporto con l’arpa, con l’Italia e con la stessa Europa. Per quanto riguarda il rapporto tra musica classica e giovani ammette: «Negli ultimi anni non è stata molto popolare e non c’è molto spazio per i giovani soprattutto nei Paesi come il mio, ma grazie a progetti come Esyo le cose possono cambiare, anzi stanno già cambiando».

Ha voluto dedicare un augurio a chi, come lei, vuole avvicinarsi alla classica: «Fate della musica il vostro rifugio sicuro. Può essere una salvezza in un mondo in cui c’è così tanta pressione su noi giovani». Ora la ragazza è tornata in Serbia, ma non vede l’ora di ripartire, e dell’Italia le rimarrà il ricordo di «tanto amore e la bontà del cibo».

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Video e montaggio: Vincenzo Monaco