Ci vorrà un documento per registrarsi sui social? La proposta del renziano Marattin contro hater e profili fake

L’annuncio del disegno di legge per mettere un freno agli anonimi sui social. Ma restano da chiarire i nodi sulla tutela della privacy

Nell’epoca dei bot, dei troll e dei deep fake la politica cerca di contenere l’impatto subito dal digitale, sviluppando una proposta legislativa che legherebbe indissolubilmente i profili social all’identità reale delle persone. L’ha scritto su Twitter e Facebook Luigi Marattin, economista attualmente tra le fila di Italia Viva. «Da oggi al lavoro per una legge che obblighi chiunque apra un profilo social a farlo con un valido documento d’identità. Il profilo lo apri solo così. Troppo a lungo abbiamo scambiato la (sacrosanta) libertà di espressione con qualcosa di estremamente diverso. Ed estremamente pericoloso. Ora basta». La proposta permetterà comunque di selezionare liberamente un nickname, ma la protezione dell’anonimato risulterebbe assai più labile; per esempio, diventerebbe molto più semplice comunicare alle forze dell’ordine i dati di user problematici, come quelli che usano linguaggio d’incitamento alla violenza, diffondono notizie palesemente false o mettono in atto cyberbullismo. La questione della privacy sui social media è annosa e globale. Già lo scorso anno era stato sviluppato un disegno di legge, il numero numero 895 firmato tra gli altri dai senatori Pagano e Bernini, che avrebbe imposto condizioni simili: con una modifica a un decreto legislativo del 2003, il testo specificava che «i fornitori dei servizi di memorizzazione permanente hanno l’obbligo di richiedere, al momento dell’iscrizione del destinatario del servizio, un documento d’identità».


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