Di Maio esulta per il compromesso su Radio Radicale: «È finita la mangiatoia» – Il video

«Finalmente conoscerà il libero mercato e le sue regole, come tutti i privati che non ricevono soldi pubblici», ha commentato il ministro degli Esteri

«È finita la mangiatoia». Al termine del vertice sulla manovra, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è tornato sulla questione Radio Radicale. «Su Radio Radicale ci sarà una gara per il 30 aprile 2020, nella quale l’emittente conoscerà il libero mercato. I 24 milioni non ci sono più e vinca il migliore».


Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha pubblicato a riguardo anche un post su Facebook: «Nel vertice sulla manovra che abbiamo appena concluso abbiamo ottenuto qualcosa che dovrebbe essere comune buon senso, ovvero che venga bandita una gara entro fine aprile dell’anno prossimo».


«Gli italiani non potevano pagare altri 24 milioni di soldi delle loro tasse per finanziare Radio Radicale, che – ricordo – è una radio privata che si è presa già 250 milioni di fondi pubblici», ha aggiunto. «Finalmente conoscerà il libero mercato e le sue regole, come tutti i privati che non ricevono soldi pubblici. Non ci sono più 24 milioni di mangiatoia pubblica a disposizione di un privato e a discapito di tutte quelle aziende che i risultati se li devono guadagnare con le loro forze e senza aiuti dello Stato. Sono battaglie per la normalità, in questo Paese in cui la normalità è ancora troppo spesso l’eccezione».

La rottura sulla Radio

C’è l’accordo sulle partite Iva e gli ostacoli più grossi sono ormai superati, ma sullo sprint finale per la manovra la maggioranza si è inceppata proprio sui finanziamenti per l’emittente.

Giuseppe Conte si era impegnato a chiudere la manovra con il vertice convocato nel pomeriggio a Palazzo Chigi, ma l’incontro ha dovuto tenersi in due tempi a causa dello stop di Di Maio al rinnovo della convenzione con l’emittente. «Ci sono di nuovo 8 milioni di euro all’anno per tre anni a Radio Radicale. Ma diamoli ai terremotati…», aveva detto il grillino.

Sullo stesso tema era comparso nel pomeriggio del 30 ottobre un tweet sull’account del Movimento 5 Stelle, dove si chiedeva agli utenti a chi avrebbero preferito dare 24 milioni di euro tra Radio Radicale e le Forze dell’Ordine.

La rottura era stata anticipata – e sancita – da un tweet del capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci, che aveva scritto: «Radio Radicale è viva, il M5S, che voleva chiuderla, ha già perso». La manovra, alla fine, ha confermato lo stanziamento per Radio Radicale, ma il 30 aprile dell’anno prossimo il servizio andrà a gara.

«In questa manovra ci saranno meno tasse, meno burocrazia e meno evasione fiscale – ha detto il premier Conte – Il Paese riparte con più soldi per famiglie, lavoratori e imprese».

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