Traffico di esseri umani nel Golfo e la tratta di lavoratori domestici attraverso Facebook e Google. La denuncia della Bbc

«Nepalese che non si azzarda a chiedere un giorno libero». L’inchiesta di Bbc arabic rivela il dramma dei lavoratori domestici venduti in Kuwait come schiavi

Un mercato di essere umani via Facebook, Instagram e Google. Migliaia di immagini di donne e uomini, filtrate in base a razza, età, carattere e un solo fine: poter acquistare un domestico al miglior prezzo. È quanto rivelato da Bbc Arabic che attraverso un’indagine sotto copertura ha scoperto come i lavoratori domestici in alcuni Paesi del Golfo vengano acquistati e venduti illegalmente online in un mercato nero in forte espansione.


La maggior parte delle compravendite avviene su Instagram, la piattaforma di proprietà di Facebook, dove le lavoratrici e i lavoratori vengono pubblicizzati tramite hashtag e le vendite vengono negoziate tramite messaggi privati. Ma non solo, anche app approvate da Google play e da Apple store sono state individuate dalla Bbc come piattaforme utilizzate per la vendita di essere umani.


Schiavitù moderna

«Quello che stanno facendo è promuovere un mercato di schiavi online», ha affermato Urmila Bhoola, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di schiavitù.

Fonte: Bbc

«Se Google, Apple, Facebook o altre società ospitano app come queste, devono essere ritenute responsabili». Le vendite illegali sono una chiara violazione delle regole delle società tecnologiche statunitensi per gli sviluppatori e gli utenti di app.

In Kuwait nove case su dieci hanno un lavoratore domestico, in larga parte proveniente dalle zone più povere del mondo. La squadra della Bbc, che ha lavorato sotto copertura, ha parlato con 57 utenti e visitato una dozzina di persone che stavano cercando di vendere la propria lavoratrice o lavoratore domestico tramite una popolare app chiamata 4sale.

L’app 4Sale ti permette di filtrare tra diverse fasce di prezzo e in base alla categoria. «Lavoratore africano, pulito e sorridente», riporta un annuncio. Un altro: «Nepalese che non si azzarda a chiedere un giorno libero».

I venditori si comportano come se fossero i proprietari di queste donne ha rivelato la Bbc, negandogli qualsiasi diritto umani. Un poliziotto nel tentativo di vendere la sua domestica ha detto ai giornalisti: «Fidati di me è molto carina, ride e ha una faccina sorridente. Anche se la tieni sveglia fino alle 5 del mattino non si lamenterà».

I casi sono trai i più svariati. Secondo la Bbc si possono trovare cameriere acquistate a 1780 euro e rivendute per 3000. I suggerimenti arrivati ai reporter della Bbc sono stati tra i più crudeli e disumani: «Il passaporto, non darglielo. Sei il suo sponsor. Perché dovresti darle il passaporto?».

«Questo è l’esempio per eccellenza della schiavitù moderna», ha affermato Bhoola. «Qui vediamo un bambino venduto e scambiato come un pezzo di proprietà».

Il sistema della Kafala

Nella maggior parte del Golfo, i lavoratori domestici vengono portati nel Paese da agenzie e poi registrati ufficialmente. I potenziali datori di lavoro pagano un compenso alle agenzie e diventano sponsor ufficiali del lavoratore domestico.

Secondo quello che è noto come il sistema della Kafala, un lavoratore domestico non può cambiare o lasciare il suo lavoro, né lasciare il Paese senza il permesso del suo sponsor. Nel 2015, il Kuwait ha introdotto alcune leggi per proteggere i lavoratori domestici.

La sponsorizzazione

App tra cui 4Sale e Instagram consentono ai datori di lavoro di vendere la sponsorizzazione dei loro collaboratori domestici ad altri datori di lavoro, a scopo di lucro. Ciò aggira le agenzie e crea un mercato nero non regolamentato che rende le donne più vulnerabili agli abusi e allo sfruttamento.

Questo mercato di schiavi online non è una peculiarità solo del Kuwait. In Arabia Saudita, l’inchiesta ha scoperto che centinaia di donne venivano vendute su Haraj, un’altra popolare app di prodotti. Ce n’erano centinaia di altre su Instagram.

Le risposte dei colossi della Silicon Valley

Facebook ha dichiarato di aver vietato l’hashtag arabo “خادمات للتنازل #” – che si traduce in “#domesticapertrasferimento”.

«Continueremo a lavorare con le forze dell’ordine, le organizzazioni internazionali per prevenire questo comportamento sulle nostre piattaforme», ha aggiunto un portavoce di Facebook. Google ha affermato di essere «profondamente turbato dalle accuse».

«Abbiamo chiesto alla Bbc di condividere ulteriori dettagli in modo da poter condurre un’indagine più approfondita», ha aggiunto. «Stiamo lavorando per garantire che gli sviluppatori di app mettano in atto le misure di sicurezza necessarie per impedire alle persone di svolgere questa attività sui loro mercati online».

Apple ha dichiarato di «vietare severamente» la promozione della tratta di esseri umani e dello sfruttamento minorile nelle app rese disponibili sul proprio mercato.

Foto copertina. Credits: Bbc

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