Dopo Ascoli, Anzio e Nettuno. I sindaci commemorano i morti della Decima Mas

Il sindaco di Nettuno rivendica: «Pochi cattolici nei cimiteri di guerra stranieri»

La cerimonia è avvenuta ieri e oggi, a ventiquattrore dai fatti, la polemica non accenna ad acquietarsi, anzi. Tanto più che i diretti interessati rivendicano e rincarano la dose, non curandosi neppure di fare dei distinguo rispetto alla cena organizzata il 28 ottobre dal sindaco di Ascoli, in memoria della marcia su Roma.


Partiamo dai fatti: il sindaco di Anzio e quello di Nettuno, ieri 2 novembre, hanno deciso di celebrare la ricorrenza dei morti nel  Campo della memoria, quello dove sono seppelliti i combattenti della Repubblica di Salò, dedicato ai marò del battaglione Barbarigo.


A quanto racconta Andrea Palladino su Repubblica, alla cerimonia, che si era già svolta l’anno scorso, avrebbero partecipato anche sottufficiali dei Carabinieri, i vertici del locale comando della Guardia costiera, la Finanza, le polizie municipali.

Nel corso della celebrazione, la bandiera della X Mas era alzata sul pennone accanto a quella italiana e tra i partecipanti spiccavano le magliette con la scritta «Fiume o morte», tatuaggi nostalgici, sigle degli “Arditi d’Italia”.

Il luogo scelto è, appunto, simbolico. Il campo ospita i soldati della Barbarigo e al centro c’è una croce di Sant’Andrea, in ricordo della X Mas. Il campo è stato realizzato nel 1990, e dedicato «a tutti i soldati della Repubblica sociale italiana».

La celebrazione non è di per se una novità. La cerimonia si svolge ogni 2 novembre e l’anno scorso era presente persino Ferdinando Signorelli, fratello di Paolo, leader storico di Ordine nuovo.

Quest’anno, però, al sindaco di Anzio, ex militante del Msi e oggi leghista, Candido De Angelis, si è affiancato anche il primo cittadino di Nettuno, eletto nel 2019 anche lui nelle fila del partito di Matteo Salvini. Proprio quest’ultimo oggi, dopo le polemiche e le critiche, in particolare dall’Anpi, ha rincarato la dose: «La commemorazione dei defunti – ha dichiarato – è una ricorrenza religiosa, non certo politica, ed è tipica della tradizione italiana. La maggior parte dei defunti che riposano nei cimiteri di guerra stranieri ospiti sul territorio comunale di Anzio e Nettuno non appartengono alla religione cattolica e non sposano la tradizione di commemorare i defunti e i caduti nella giornata del 2 novembre al contrario dei defunti del cimitero di guerra che si trova in via Rocca Priora che ospita caduti italiani».