Uno studente si dà fuoco a Lione: è in pericolo di vita. «Accuso Macron, Hollande, Sarkozy e l’Ue di avermi ucciso»

Il ragazzo ha subito ustioni sul 90% del corpo. In un post su Facebook spiega il suo gesto

Uno studente francese di 22 anni di Saint-Étienne si è dato fuoco davanti all’edificio del centro regionale di opere accademiche e accademiche (Crous) a Lione, in Francia, nel pomeriggio dell’8 novembre. I pompieri hanno riferito che il ragazzo ha subito ustioni sul 90% del corpo. Il giovane è stato inizialmente curato sul posto e poi trasportato al centro ustioni dell’ospedale Edouard-Herriot: versa in condizioni critiche ed è in pericolo di vita, secondo quanto riporta il procuratore della Repubblica di Lione, citato da Franceinfo. Sui motivi del gesto è stata aperta un’indagine. Le autorità sarebbero state avvisate dalla ragazza del giovane, che ha ricevuto da lui un sms.


Il post su Facebook

Secondo quanto riporta l’Ansa citando la Bbc, poche ore prima del gesto il ragazzo ha scritto su Facebook delle sue difficoltà finanziarie, incolpando espressamente il presidente francese Emmanuel Macron e i suoi predecessori Hollande e Sarkozy, ma anche la leader dell’estrema destra Marine Le Pen, l’Unione europea e i media, di averlo «ucciso». Nel post il ragazzo, studente all’Università Lumière Lyon-II, ha confessato di non avere più la forza di affrontare le difficoltà di vivere con 388 euro al mese. «Combattiamo contro l’ascesa del fascismo, che non fa altro che dividerci… e il liberalismo che crea disuguaglianze», scrive. «Accuso Macron, Hollande, Sarkozy e l’Ue di avermi ucciso, creando incertezze sul futuro di tutti, e accuso anche Le Pen e i media di generare paura».


«Non eravamo a conoscenza di alcuna difficoltà personale riguardo a questo studente, che è molto coinvolto negli organi dell’istituzione», spiega all’Agence France Presse Nathalie Dompnier, presidente dell’Università di Lyon 2, secondo quanto scrive Le Monde. Il ministro dell’istruzione Frédérique Vidal si è recato a Lione nella mattinata di sabato 9 novembre. «Non abbiamo parole per gridare il nostro dolore e la nostra tristezza», scrive il sindacato studentesco Solidaires in una nota. Lo studente, secondo quanto scrive ancora Le Monde, ne è il segretario federale ed è un attivista.

«La precarietà distrugge le nostre vite», si legge in un post Facebook di Solidaires Etudiant-e-s Lyon. «Da ieri pomeriggio, uno dei nostri compagni e amici è tra la vita e la morte, in ospedale. In grande precarietà finanziaria, privato del mercato azionario, disperato, si è immolato davanti al fuoco di fronte al palazzo della Crous di Lione». Parlano di «disgusto nei confronti di quelle istituzioni che lo hanno spinto all’irreparabile»: «Sono queste istituzioni disumane, questa precarietà, questa violenza troppo comune che lo Stato e l’Università esercitano contro gli studenti nell’indifferenza generale che hanno guidato il suo gesto, profondamente politico: un atto disperato ma anche e soprattutto un gesto di lotta contro un sistema fascista e razzista che schiaccia. In quanto tali, sono responsabili e colpevoli».

In copertina Lione, Crous/Wikimedia Commons

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