Hong Kong, il video del poliziotto che spara al manifestante

È la terza volta da cinque mesi che la polizia ha usato armi da fuoco con feriti

Violenti scontri nella mattina di Hong Kong tra polizia e manifestanti, impegnati a bloccare la circolazione stradale: almeno due persone sarebbero state ferite da colpi di pistola sparati dagli agenti a Sai Wan Ho.


In un video caricato sulla piattaforma Streamable, dai contenuti forti, è possibile ricostruire la dinamica di un ferimento. Intorno al secondo minuto, in una situazione relativamente tranquilla in cui la maggioranza dei presenti è composta da passanti e non da manifestanti, un poliziotto punta improvissamente una pistola in faccia a un giovane col volto coperto.


Il giovane e altri due manifestanti si avventano sul poliziotto, che spara all’addome di un ragazzo vestito di nero che prova ad afferrargli l’arma. Il giovane crolla a terra mentre intervengono altri poliziotti ed elementi delle divisioni speciali. Il ferito, in condizioni evidentemente gravi, è ammanettato e schiacciato a terra da un poliziotto, nonostante i tentativi di altri giovani di sottrarlo alle forze dell’ordine. Il video si chiude con l’arrivo di un’ambulanza, non prima di un disperato tentativo di fuga proprio da parte del ferito.

Entrambi, secondo i media locali e i filmati postati sui social, sono stati portati via in ambulanza ed erano coscienti. Uno dei due è stato raggiunto al torace ed è stato operato d’urgenza. Gli episodi sono avvenuti poco dopo le 7 locali (mezzanotte in Italia).

https://twitter.com/joshuawongcf/status/1193696141768040449

«Quando un arbitrario bullo rimane senza controlli, un giorno ci sveglieremo vedendoli entrare nel nostro quartiere e sparare a giovani innocenti». È Joshua Wong a lanciare l’allarme: il segretario generale del partito Demosisto, in una serie di tweet, ha documentato gli episodi più tragici della mattinata di scontri: «Spezza il cuore guardare la città caduta in uno stato di polizia».

Almeno cinque raffiche di lacrimogeni sono state lanciate a Pedder Street, nel cuore della città. I manifestanti si sono radunati per protestare contro i 100 arresti dello scorso weekend e la violenza della polizia. Gli agenti non stanno esitando a sparare ad altezza uomo: la mattina del 11 novembre ora locale, il ferito più grave è stato un 21enne. Colpito al torace da distanza ravvicinata è stato operato d’urgenza e si trova sotto terapia intensiva.

Per la terza volta in 5 mesi, da quando a giugno sono iniziate le proteste contro la legge sulle estradizioni in Cina trasformatesi poi in anti-governative e pro-democrazia, che la polizia ha usato armi da fuoco con
feriti. Il primo ottobre, infatti, uno studente è stato colpito al petto dopo l’assalto dei manifestanti a un gruppetto di agenti rimasto isolato, mentre pochi giorni dopo è stata la volta di un 14enne colpito alla gamba: entrambi sono stati poi arrestati.

La tensione è salita dopo la morte di venerdì di Chow “Alex” Tsz-lok, studente di 22 anni, prima vittima delle proteste: il ragazzo è deceduto a seguito dei traumi riportati cadendo da un parcheggio, nella notte tra domenica e lunedì scorsi, secondo modalità ancora tutte da chiarire mentre cercava di sfuggire all’assalto della polizia con i lacrimogeni a Tseung Kwan O.

Nel fine settimana si sono tenute veglie e sit-in in memoria di Chow, con la chiamata a manifestazioni spontanee e allo sciopero generale. Poi, scontri con la polizia e atti vandalici che hanno preso di mira soprattutto le stazioni della metro.

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