Caso Cucchi, la famiglia vince il primo round sui depistaggi: il giudice si astiene

Il magistrato è un carabiniere in congedo. Ilaria Cucchi aveva chiesto che non fosse lui a giudicare i militari

Si chiude prima ancora di aprirsi e con un punto a favore della famiglia di Stefano Cucchi, l’udienza iniziale del processo per i depistaggi che avrebbero caratterizzato i dieci anni di  inchiesta giudiziaria sulla morte del giovane geometra romano.


Il dibattimento infatti è stato rinviato perché il giudice Federico Bona Galvagno ha scelto di astenersi in quanto ex carabiniere ora in congedo. Era stata proprio la famiglia di Stefano Cucchi, assieme ad altre parti civili, a chiedere che il giudice monocratico si astenesse dal processo perché incompatibile.


A condurre le udienze al posto di Galvagno sarà la giudice Giulia Cavallone.

Nell’elenco dei militari che dovranno rispondere a vario titolo dell’accusa di depistaggio c’è un nome importante come quello del generale Alessandro Casarsa, oltre a Francesco Cavallo, Massimiliano Colombo Labriola, Francesco Di Sano e Luciano Soligo, imputati al processo ter per falso ideologico.

A contribuire al depistaggio, omettendo di denunciare i falsi che avevano rintracciato, sarebbero stati gli ufficiali, anche questi di primo rango, Lorenzo Sabatino e Tiziano Testarmata. Luca De Cianni, invece, avrebbe attribuito false dichiarazioni al collega, Riccardo Casamassima, che per primo denunciò di aver saputo che Stefano Cucchi, la sera dell’arresto (il 15 ottobre 2009), era stato pestato.

Nel frattempo sono state presentate le richieste di costituzione di parte civile, da parte – tra gli altri – del ministero dell’Interno, della Difesa, dell’Arma dei Carabinieri e anche del ministero della Giustizia.

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