La gara a chi la spara più grossa: per Emiliano l’obiettivo di Mittal è far cadere il governo

di OPEN

L’ultima sparata del presidente della Regione Puglia nel pieno di una trattativa con l’azienda franco-indiana già complicata di suo

Come si temeva, nella grave crisi del centro siderurgico di Taranto il rischio ora è quello di agire in ordine sparso di fronte all’intenzione ormai formalizzata di ArcelorMittal di spegnere e chiudere l’impianto. Il governo sembra cavalcare la strada legale, della causa civile e penale nei confronti della multinazionale franco-indiana. Ma per i sindacati questa strada è molto rischiosa. Perché i tempi della giustizia soprattutto in Italia sono quelli che sono, e il rischio è di vincere la causa, ma di perdere la guerra dell’impianto e dei posti di lavoro soprattutto.


C’è poi chi arricchisce questo scenario di tinte surreali, come ha fatto questa mattina il governatore della Puglia, Michele Emiliano che ha detto testualmente: «Arcelor Mittal sta cercando di mettere in crisi politica il governo italiano. Sta facendo qualcosa senza precedenti nella economia internazionale: una multinazionale che cerca, sia pure indirettamente forse, di far cadere un governo. Mai vista nella storia una cosa del genere».


Ora, a parte il fatto che purtroppo secondo molti storici questo è proprio quello che accadde in Cile nel 1973, pare assolutamente fuori luogo la suggestione del governatore della Puglia (a parte la difficoltà di paragonare Conte a Allende…): perché l’obiettivo di Arcelor Mittal è evidentemente fare l’interesse proprio in una fase difficile sul mercato mondiale dell’acciaio.

E non è un segreto che la stessa multinazionale abbia appena chiuso, almeno provvisoriamente, anche l’impianto di Cracovia: vuol far cadere pure il governo polacco? Insomma, senza bisogno di fantapolitica, basta e avanza il rischio concreto della chiusura di Taranto, con i suoi contraccolpi sull’industria del paese. Cause decennali a parte, cosa si fa nell’immediato?

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