Impeachment, la testimonianza di Sondland conferma il «do ut des». Ma per la Casa Bianca: «Le sue parole scagionano Trump»

Quello dell’ambasciatore americano all’Ue potrebbe essere la testimonianza più decisiva nella procedura di impeachment nei confronti del presidente Donald Trump

Secondo Washington le dichiarazioni di Gordon Sondland, l’ambasciatore americano all’Ue, scagionerebbero completamente Donald Trump. La Casa Bianca ha definito «triste» il fatto che i democratici alla Camera «continuino a concentrarsi sull’impeachment invece di lavorare per gli americani».


In un altro passaggio della sua audizione Sondland ha testimoniato che «Trump non gli ha mai detto che un incontro alla Casa Bianca o gli aiuti all’Ucraina erano legati a una dichiarazione pubblica da parte» del leader di Kiev Volodymyr Zelensky. Affermazioni che secondo l’amministrazione Trump scagionerebbero completamente il presidente americano dalle accuse di abuso d’ufficio.


Agli ordini di Trump

Nelle sue sette ore di audizione Sondland ha dichiarato che non avrebbe fatto che seguire gli ordini di Donald Trump. La testimonianza dell’ambasciatore Usa davanti al Congresso potrebbe essere tra le più decisive nella procedura di impeachment nei confronti del presidente Donald Trump. Lo scopo delle indagini è infatti quello di capire se il presidente Trump abbia effettivamente abusato del suo ufficio.

A quanto affermato dall’ambasciatore, il presidente americano aveva collegato l’invito del suo omologo ucraino alla Casa Bianca all’apertura di un’inchiesta di Hunter Biden, figlio di un oppositore politico di Trump. Sondland ha anche «concluso» che l’attribuzione di un aiuto militare a Kiev fosse legato all’apertura di queste inchieste, e l’aveva comunicato a dei responsabili ucraini.

Mentre alcuni dei più stretti collaboratori di Trump rifiutano di cooperare con la Camera dei rappresentanti a una procedura che definiscono «illegale». Un anello debole pare essere Gordon Sondland, l’unico che ha rettificato la sua testimonianza precedente.

Insieme ad altri diplomatici «ho lavorato con Rudy Giuliani (l’avvocato personale di Trump) sul dossier ucraino sotto esplicita richiesta del presidente degli Stati Uniti», ha sottolineato Sondland. L’ambasciatore ha poi aggiunto che la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato erano stati tenuti al corrente delle azioni svolte.

«L’idea che stessimo svolgendo un’azione diplomatica losca o irregolare è assolutamente falsa», ha insistito in risposta ad altri testimoni che l’hanno accusato di agire al di fuori dei canali ufficiali della diplomazia americana.

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