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Femminicidio, 12 milioni per gli orfani delle vittime: il ministero dell’Economia sblocca i fondi

23 Novembre 2019 - 16:00 Redazione
Il decreto attuativo si attende da due anni. Gualtieri: «I soldi non restituiscono l'affetto mancato ma con 12 milioni finanzieremo borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro»

Dopo due anni sembrerebbe sbloccarsi finalmente la questione dei fondi a sostegno dei bambini orfani a causa di femminicidio. L’annuncio arriva su Twitter dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che, alla vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha dichiarato lo stanziamento di 12 milioni di euro a sostegno dei minori in difficoltà familiare.

«Pronto il decreto ministeriale per il fondo per gli orfani di femminicidio», scrive il ministro. «I soldi non restituiscono l’affetto mancato ma con 12 milioni da lunedì finanzieremo borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro».

Il decreto attuativo per l’emanazione si attende da due anni. il reato di “violenza assistita” è stato riconosciuto dalla normativa del 2018 ( la 4/2018, alla quale si accosta il “Piano Strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020”), che ha anche previsto un fondo a favore degli orfani per crimini domestici.

Senza decreti attuativi, però, è impossibile disporre delle risorse. I fondi stanziati a favore dei centri antiviolenza nel 2019 (appena 5 milioni dal governo gialloverde) sono ancora in attesa di essere ripartiti tra le Regioni.

I dati sulle violenze

Secondo quanto riportato dall’Istat, poco meno di 7 milioni di donne in Italia hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Una su tre nella fascia d’età tra i 16 e i 70 anni. Per quasi 3 milioni di loro (il 13,6%) l’abuso è perpetrato dal partner attuale (855mila) o dall’ex compagno (2 milioni 44mila).

Numeri che vanno di pari passo con quelli delle condanne definitive per maltrattamenti in famiglia, in aumento dalle oltre 2.400 del 2010 alle circa 3.160 del 2017. Nel 2018 le donne vittime di femminicidio sono state 142, in crescita rispetto all’anno precedente, 94 quelle registrate nei primi dieci mesi del 2019.

Secondo l’Istituto di statistica, il numero delle strutture antiviolenza in Italia è fermo a 281, ovvero 0,05 per 10mila residenti, ampiamente al di sotto della soglia di un centro antiviolenza ogni diecimila abitanti.

Sono 44mila le donne che hanno chiesto aiuto a un centro antiviolenza e due su tre (29mila) sono state prese in carico, cioè hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza, con percentuali più alte al nord rispetto al sud e alle isole. Le donne con figli rappresentano il 63,7%.

Gli appelli delle ong

L’annuncio è arrivato in concomitanza con l’appello lanciato da SOS Villaggi dei Bambini, organizzazione che si occupa di «offrire alle mamme vittime di violenza e ai loro bambini la protezione e il calore di un casa, un luogo sicuro dove le donne hanno l’opportunità di intraprendere un percorso verso l’indipendenza e i loro bambini possono riappropriarsi dell’infanzia che è stata loro negata».

L’ong si è rivolta al governo «guidato da Giuseppe Conte affinché sblocchi al più presto i fondi stanziati per gli orfani di femminicidio». «I figli delle vittime di femminicidio e le famiglie affidatarie che si prendono cura di loro hanno diritto a fondi che invece da due anni sono bloccati in attesa dell’emanazione di un regolamento attuativo», ha commentato Samantha Tedesco, responsabile programmi e advocacy di SOS Villaggi dei Bambini.

«Per questo, in occasione di questa giornata, ci appelliamo al presidente del Consiglio affinché mantenga l’impegno preso nei giorni scorsi sbloccando le risorse già stanziate».

Anche Save The Children, sostenuta da Ikea Italia, ha lanciato il 20 novembre una petizione per chiedere allo Stato di mettere in atto azioni concrete. La campagna si chiama #PerUnaGiustaCasa ed è stata creata per spingere il governo ad agire con la massima urgenza per “l’erogazione dei fondi”, «lo sblocco delle risorse», la formazione ad hoc degli insegnanti e la realizzazione di «una raccolta dati delle vittime di violenza per capire al meglio il fenomeno».

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