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Chi era Davide Vannoni, il padre del “metodo Stamina” che ha illuso pazienti con malattie neurodegenerative

10 Dicembre 2019 - 22:00 Redazione
Il 53enne ed era malato da tempo. Il suo “metodo”, privo di fondamento scientifico, prometteva di curare malattie neurodegenerative con cellule staminali

Davide Vannoni, padre del “metodo Stamina” e presidente della Stamina foundation, è morto all’età di 53 anni a Torino, dopo una lunga malattia. 

Vannoni, laureato in scienze della Comunicazione ed esperto in ricerche di mercato, fu ideatore del cosiddetto “metodo Stamina”, un trattamento medico privo di fondamento scientifico che – attraverso l’utilizzo di cellule staminali – prometteva di poter curare malattie neurodegenerative.

Il “metodo Stamina”

Il “metodo Stamina”, noto anche come “truffa Stamina”, nacque dopo un trattamento medico a base di cellule staminali utilizzato da medici ucraini sullo stesso Vannoni, per risolvere un problema di una paralisi facciale. 

Nel 2009 Vannoni fondò la Stamina Foundation, di cui era presidente, «per sostenere la ricerca sul trapianto di cellule staminali mesenchimali e diffondere in Italia la cultura della medicina rigenerativa», ottenendo un iniziale parere favorevole dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), della Regione Lombardia e degli Spedali civili di Brescia. Dal 2011 al 2012 vennero trattati col metodo Stamina 12 pazienti, 4 bambini e 8 adulti.

L’Aifa vieta il “metodo Stamina”

Nel 2012, dopo un’ispezione nei laboratori non autorizzati degli Spedali civili di Brescia, l’Aifa decise di fare un passo indietro, vietando la somministrazione di cellule staminali a pazienti affetti da problemi neurodegenerativi e chiudendo i laboratori.

Parallelamente, malgrado la totale mancanza di evidenze scientifiche, il metodo Stamina divenne protagonista del dibattito pubblico, anche per via di alcune trasmissioni televisive che davano ampio spazio a Vannoni.

La condanna per truffa e associazione a delinquere

Il caso, tuttavia, divise il mondo della politica e l’opinione pubblica, malgrado le aspre critiche da parte della comunità scientifica. Il caso approdò anche in Tribunale.

Nel marzo 2015 Vannoni venne condannato a un anno e dieci mesi di reclusione per truffa e associazione a delinquere, mentre finì in prescrizione il tentativo di truffa ai danni della Regione Piemonte. 

Vannoni venne successivamente scarcerato a causa delle sue condizioni di salute e venne trasferito nelle strutture ospedaliere torinesi dove, oggi, martedì 10 dicembre, la malattia non gli ha dato scampo. 

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