Mamme e figli divisi alla nascita, Laura Perspicace: «Ci penso io a farli ritrovare» – L’intervista

Oltre 800 i casi risolti in 10 anni: «Ognuno di noi ha il diritto di conoscere le proprie origini. A chi assomigliamo? Qual è il volto dei nostri genitori? Perché siamo stati adottati?»

Lei si chiama Laura Perspicace e da 10 anni gestisce «Figli adottivi cercano genitori biologici» (sito, account Instagram, gruppo e pagina Facebook): un angelo del web che unisce mamme e figli divisi fin dalla nascita.


Un sito che accoglie gli appelli di mamme che cercano figli, e viceversa, o di ragazzi che cercano da anni i propri fratelli.


Come nasce l’idea

Un’iniziativa senza scopo di lucro che non nasce per caso: «Un giorno ho deciso di iscrivermi a Facebook per conoscere le origini di mia madre, che è stata adottata. All’improvviso mi si è aperto un mondo e sono riuscita in poco tempo a contattare l’ostetrica che l’aveva fatta nascere. In questo modo mia madre ha trovato alcuni suoi parenti, anche se poi non hanno voluto incontrarla».

Trovare le proprie origini

«Una porta in faccia» che ne ha «aperte tante altre»: «Ognuno di noi ha il diritto di conoscere le proprie origini. A chi assomigliamo? Qual è il volto di nostro padre e di nostra madre? Perché siamo stati adottati? Una volta scoperte le tue origini stai meglio, è come se chiudessi un cerchio anche se poi i tuoi genitori biologici non vogliono incontrarti» ha detto Laura Perspicace, che è anche sceneggiatrice siciliana, a Open.

800 casi risolti

Sono oltre 800 i casi risolti in 10 anni, tutti grazie al tam tam in rete: circa 1500 gli appelli pubblicati sul suo sito (tutte le richieste vengono vagliate da Laura Perspicace, ndr), da tutto il mondo, «dalla Polonia alla Russia fino agli Usa». «Proprio di recente un ragazzo, adottato da una famiglia italiana, ha trovato i suoi genitori in Cile dopo aver pubblicato un appello sul mio sito. Come lo hanno rintracciato? Grazie a Google, cercando la sua data di nascita sul motore di ricerca».

Perché a volte basta poco per trovare le proprie origini: un indizio, quindi una data di nascita o un cognome, può essere determinante.

Cosa dice la legge

Per legge, i cittadini possono conoscere le proprie origini «ma spesso i tempi dei tribunali sono lunghi». Si può fare una volta compiuti i 25 anni e con una richiesta tramite la quale il figlio chiede espressamente di poter conoscere l’identità della madre. Quest’ultima, però, potrà decidere se rispondere o avvalersi del diritto di continuare a rimanere sconosciuta.

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