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‘Ndrangheta, tutte le accuse ai politici arrestati nell’operazione “Rinascita-Scott”

19 Dicembre 2019 - 11:09 Redazione
Tra gli arrestati, Gianluca Callipo, nipote del candidato Pd alle Regionali e presidente di Anci Calabria, oltre all'azzurro Giancarlo Pittelli

È il nome del presidente regionale di Anci Calabria, il giovane Gianluca Callipo (ex del Pd ma che recentemente ha appoggiato la candidatura di Occhiuto, di Forza Italia, alle Regionali, ma non relazionato a Pippo Callipo) quello che spicca nel provvedimento di custodia cautelare eseguito questa mattina su richiesta della procura di Cosenza. E farà male al Pd e alla corsa per le prossime regionali anche il divieto di dimora in Calabria per lo storico esponente locale, Nicola Adamo, accusato di traffico di influenze. Per Forza Italia, il nome più rilevante è probabilmente quello dell’ex deputato e senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli.

Gli arrestati nell’ambito dell’operazione  “Rinascita-Scott” sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, turbativa d’asta, traffico di influenze e corruzione. Dei 334 indagati sottoposti alla misura cautelare 260 sono stati condotti in carcere, 70 sono agli arresti domiciliari e 4 sono stati sottoposti al divieto di dimora.

I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti in Calabria e in varie province di Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania, Basilicata, ma anche in Svizzera, Germania e Bulgaria. Nell’ambito dell’operazione è stato eseguito anche un sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

Per quanto riguarda il reato di associazione mafiosa le indagini e i conseguenti arresti hanno riguardato la cosca “Mancuso” di Limpadi: i principali, presunti, collaboratori del boss Luigi Mancuso sarebbero stati individuati in Pasquale Gallone, nella coppia Gaetano e Gianfranco Ferrante e in Giovanni Giamborino, ex consigliere regionale della Margherita e poi del Partito Democratico.

Per quanto riguarda la cosca “Fiarè-Razionale-Gasparri”, Saverio Razionale è ritenuto componente di spicco dell’associazione criminosa, in stretto rapporto con altri membri di primo piano della ndrangheta come Luigi Mancuso, nonchè con “colletti bianchi” come l’avvocato e ex deputato e senatore di Forza Italia Giancarlo Pittelli.

Giamborino è ritenuto dagli inquirenti formalmente affiliato alla cosca Piscopo, il quale avrebbe intessuto legami con alcuni dei più importanti appartenenti alla ‘ndrangheta vibonese per garantirsi voti e gli appoggi necessari alla sua ascesa politica, divendo di fatto uno stabile collegamento fra l’associazione mafiosa e la politica calabrese.

Pittelli è ritenuto partecipante all’associazione mafiosa: avrebbe sistematicamente messo a disposizione dei criminali il proprio rilevante patrimonio di di conoscenze e rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico e istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d’ufficio.

A Gianlupa Callipo, invece, sindaco di Pizzo Calabro, proprio in relazione al suo ruolo politico e amministrativo viene imputato di aver tenuto condotte illecite e favorevoli al sodalizio criminale , garantendo ad alcuni affiliati benefici nella gestione di attività imprenditoriali.

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