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Tragedia di Corso Francia, Genovese aveva un tasso alcolemico di 1,4

23 Dicembre 2019 - 15:12 Redazione
Al ragazzo era stata restituita da poco la patente dopo un fermo per possesso di hashish

Pietro Genovese, il ventenne che nella notte tra sabato e domenica in Corso Francia ha investito mortalmente le due sedicenni Gaia e Camilla aveva un tasso alcolemico di 1,4 quando è stato fermato, dopo l’incidente. Essendo un neo patentato, la legge prevederebbe un livello di alcool nel sangue pari a zero. I risultati definitivi sui test effettuati confermano inoltre la positività a sostanze stupefacenti. A Genovese era stata da poco restituita la patente dopo una sospensione scattata in automatico tempo fa, quando era stato trovato in possesso di hashish.

Il padre di Gaia: «Non ho ragioni per andare avanti»

Il padre di Gaia, una delle due ragazze morte nell’incidente, parlando con il suo legale, l’avvocato Giovanni Maria Giaquinto, esprime tutto il suo dolore per perdita della figlia: «Adesso non ho ragioni per andare avanti, Gaia era la mia forza dopo l’incidente che avevo subito».

L’uomo, finlandese, arrivato a Roma a 5 anni da Helsinki, è un carabiniere in congedo e ora intermediario assicurativo: nel 2011 ha avuto un grave incidente in moto, all’Eur, che lo ha costretto sulla sedia a rotelle. «È molto provato – afferma il penalista- – questa tragedia ha un risvolto ancora più drammatico perché colpisce un uomo già sofferente. Questa mattina l’ho sentito. Questa notte non ha chiuso occhio, è distrutto per quanto accaduto».

Intanto la Procura di Roma ha affidato l’incarico per effettuare l’autopsia sui corpi di Camilla e Gaia. L’atto istruttorio è stato disposto dal pm Roberto Felici, titolare del fascicolo in cui è indagato per omicidio stradale Pietro Genovese.

Sul viadotto della tangenziale, a pochi metri dal punto di Corso Francia in cui sono morte investite le sedicenni, è stato appeso uno striscione con la scritta: «Gaia e Camilla sempre con noi». Decine i mazzi di fiori lasciati sul luogo dell’investimento.

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