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Altre grane per i Benetton, ma dal Sudamerica: gli Indios Mapuche occupano i loro terreni in Patagonia

27 Dicembre 2019 - 19:54 OPEN
Gli indios rivendicano «diritti ancestrali» su quei territori. Ma la compagnia ha presentato denuncia per «occupazione illegale di proprietà»

Una lotta che va avanti da decenni quella tra i Mapuche (la popolazione indigena che vive tra Argentina e Cile) e la famiglia Benetton. Una contrasto iniziato nel 1991 quando la famiglia Benetton acquistò per 50 milioni di dollari 900mila ettari di terre nella zona della Patagonia argentina, terra natia e d’appartenenza della popolazione Mapuche, per l’appunto. 

In quelle terre la famiglia Benetton produce, grazie all’allevamento degli animali, quasi 1 milione e mezzo di chili di lana, che viene successivamente esportata nei diversi Paesi per la lavorazione dei tessuti utilizzati per la realizzazione degli abiti dell’omonimo marchio. 

Ma nella notte tra Natale e Santo Stefano appena scorsi, un gruppo di indios Mapuche sono entrati a forza nella fattoria El Maitén di proprietà della Compañía tierras del sur, appartenente al Gruppo Benetton, occupandone un vasto appezzamento, rivendicando il «diritto ancestrale» alla proprietà del territorio. 

«Con questa operazione abbiamo iniziato il processo di recupero territoriale del settore El Platero, per la necessità primaria di continuare ad esistere come Mapuche nel nostro territorio», si legge in un comunicato dal gruppo Mapuche. 

In tutta risposta la Compañía tierras del sur ha presentato denuncia alla polizia locale, pubblicando anche un comunicato in cui viene denunciata una «nuova occupazione illegale in una sua proprietà» da parte di persone che avrebbero bloccato l’ingresso alla fattoria con pietre e tronchi.

I precedenti scontri tra Mapuche e Benetton

Ma non è la prima volta che la comunità Mapuche si scontra con la famiglia Benetton. Dal 1991 in poi, infatti, i Mapuche hanno più volte tentato di riappropriarsi del territorio acquistato dai Benetton, non riuscendo mai a trovare un compromesso, arrivando spesso in tribunale. 

Tra i casi più discussi vi fu, per esempio, il contenzioso tra i Benetton e la famiglia Mapuche Curiñanco-Nahuelquir che, nell’ottobre 2002, venne cacciata dalle proprie terre per volontà della compagnia italiana e non potè più ritornare nel proprio territorio anche a causa di una sentenza di un tribunale locale che decretò che la terra appartenesse ai Benetton. 

Inoltre, più recentemente, tra il 10 e 11 gennaio 2017 circa 30 membri della comunità indigena hanno occupato un’area dei territori dei Benetton, reclamandoli in quanto loro «antica proprietà». Ma lo scontro tra le parti sarebbe sfociato in episodi di violenza, secondo quanto denunciato da Amnesty International. 

«Le forze di sicurezza hanno attaccato violentemente la comunità Mapuche di Cushamen, nel sud dell’Argentina, con l’intento di liberare la ferrovia da sbarramenti di protesta – si legge nella denuncia di Amnesty International  – Il treno La Trochita infatti passa su territori che sono oggetto di contestazione tra la comunità indigena e la Compañía de Tierras del Sur Argentino, azienda del Gruppo Benetton». 

«I Mapuche – si legge ancora – raccontano di esser stati picchiati, anche con manganelli, e i loro animali rubati e uccisi. Donne e bambini hanno cercato riparo dentro la cosiddetta “casa ruca” (una casa comune tradizionale Mapuche). Almeno 10 persone, tra appartenenti alla comunità e sostenitori, sono state arrestate. Il giorno dopo, è intervenuta anche la polizia. I membri della comunità hanno riferito che gli agenti hanno sparato, ferendo alcune persone».

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Foto copertina: La bandiera della popolazione Mapuche / Epa / Mario Ruiz

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