Lavoro, quanto è importante la gentilezza tra colleghi – Lo studio

Quasi l’80% degli intervistati ritiene che dovrebbe rientrare tra i parametri con cui si valutano (e si assumono) i dipendenti – manager inclusi

Può sembrare un aspetto banale e secondario rispetto ad altre qualità come la determinazione o alle competenze individuali. Eppure la gentilezza conta: diversi studi hanno dimostrato che aumenta il benessere fisico ed emotivo, alza i livelli di energia e quindi anche la produttività, oltre a rafforzare il senso di lealtà nei confronti dei vertici aziendali e a favorire il gioco di squadra.


Tanto che, come svela una recente indagine di Infojobs sulla gentilezza, a lavoro sono gli stessi dipendenti a reclamarla. Su un campione di 1.350 persone intervistate nel dicembre del 2019, il 78% sostiene che la gentilezza dovrebbe far parte delle soft skills di chi cerca un impiego.


La maggioranza lo ritiene un valore importante (62%) ma, soprattutto, lo vede come un punto di forza (60%) e non come espressione di debolezza (solo il 2%), di eccessiva arrendevolezza, di mancanza di ambizione, di capacità o addirittura di scaltrezza (9%).

Manca una leadership “gentile”

Un segno, forse, di un cambiamento più ampio nella cultura aziendale, diventata in apparenza più orizzontale e informale rispetto al passato, come rappresentato in modo simbolico dagli uffici open space, ma che più raramente arriva a contagiare i vertici aziendali.

La quasi totalità dei dipendenti (93%), sempre secondo lo studio Infojobs, avverte la necessità di una leadership più gentile, perché contribuisce a creare un clima di lavoro più sereno e, in generale, a migliorare la produttività. Sarebbero di più infatti i dipendenti che hanno compiuto un gesto gentile nei confronti del proprio capo (28%) di quelli che ne hanno ricevuto uno (18%) da parte sua.

Questo nonostante la nuova ortodossia nel campo delle scienze aziendali punti nella direzione della gentilezza come leva per rafforzare il rapporto di fiducia e di lealtà tra vertici e dipendenti – strumento più forte anche rispetto a un eventuale aumento salariale – ma anche a migliorare il rendimento dei propri dipendenti rispetto a uno stile manageriale più rigido, incentrato sulla severità e anche, talvolta, sulla paura.

Foto di copertina: Sandrachile . su Unsplash

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