Libia, ecco l’accordo di Mosca. Ma Haftar non vuole firmare (per ora) – Le foto del documento

L’accordo, così come risulta da una bozza dell’accordo fatta trapelare su Twitter, punta a tutelare l’unità territoriale della Libia e di trovare una soluzione diplomatica, anziché militare, al conflitto

Il testo dell’accordo c’è, ma per il momento Khalifa Haftar, il generale a capo dell’Esercito Nazionale libico, non sembra intenzionato a firmare. Parallelamente, vanno avanti i negoziati a Mosca sostenuti dal presidente Russo Vladimir Putin e dal suo omologo turco Recep Erdogan, per cercare di trovare una risoluzione alla Guerra civile libica e rendere definitivo il cessate il fuoco. L’accordo, così come risulta da una bozza dell’accordo fatta trapelare su Twitter, punta a proteggere l’unità territoriale della Libia e a trovare una soluzione diplomatica, anziché militare, al conflitto. Non appare il nome dell’Italia (e di nessun altro paese europeo) tra i sostenitori dell’accordo, ovvero Russia e Turchia. Tra i partecipanti figurano invece, oltre a Haftar e al-Serraj, anche il presidente della Camera dei Rappresentanti del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, il presidente dell’alto Consiglio di Stato Khalid El-Mashri e Sadiq el Khalily, Presidente della Camera dei Rappresentanti (Gruppo di Tripoli).


I punti principali

  1. Garantire l’osservanza incondizionata della cessazione delle ostilità, entrata in vigore il 12 gennaio 2020 alle 00:00
  2. Definire una linea di combattimento e di contatto che garantisca un cessate il fuoco sostenibile supportato dalle misure necessarie da adottare per stabilizzare la situazione sul terreno e normalizzare la vita quotidiana a Tripoli e in altre città
  3. Garantire l’accesso, la consegna, lo stoccaggio e la distribuzione sicura dell’assistenza umanitaria a chi ne necessita
  4. Designare i membri della commissione militare 5 + 5 come previsto dal piano d’azione UNSMIL al fine di: a) determinare la linea di combattimento tra le parti opposte b) monitorare l’attuazione del cessate il fuoco c) assicurare la sostenibilità del cessate il fuoco
  5. Designare rappresentanti per partecipare ai colloqui in materia economica, militare (e di sicurezza) e politica avviate dal rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la Libia
  6. Formare gruppi di lavoro incaricati di elaborare, attraverso negoziati, le modalità dell’insediamento politico intra-libico, la soluzione delle questioni umanitarie e la ripresa economica del paese
  7. Organizzare la prima riunione dei gruppi di lavoro nel gennaio 2020

I negoziati

E a Mosca, secondo quanto riferito all’Agi da Lev Dengov, capo del Gruppo di contatto russo per la Libia, pare esserci comunque «ottimismo», sottolineando come comunque «per Haftar è importante mantenere la Russia come alleato». «Difficile pensare di venire a Mosca per firmare un documento, promosso da Russia e Turchia, per poi non sottoscriverlo», sostiene Dengov. «Se domani – ha proseguito il rappresentante russo – ne trarremo le nostre conclusioni e continueremo a lavorare». «Mosca oggi e Berlino domenica sono due importanti passi avanti nel processo per una soluzione alla crisi libica», ha aggiunto Dengov, sottolineando come lo svolgimento della Conferenza di Berlino, prevista per il 19 gennaio, e la partecipazione della Russia a tale conferenza «non dipende dalla firma di Haftar» sul cessate il fuoco.

Leggi anche: