Libia, Italia pronta a inviare più truppe

L’idea avanzata dal ministero della Difesa è quella di spostare militari da altre zone di crisi

Raggiunto il cessate il fuoco in Libia, il premier italiano è atteso oggi ad Ankara per un incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Mentre a Mosca Vladimir Putin incontrerà il premier libico Fayez al Sarraj e il generale della Cirenaica Khalifa Haftar.


Sul fronte italiano, Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini avrebbe intenzione di riconfigurare la presenza italiana in Libia, scrive il Messaggero, muovendo truppe da altri scenari di crisi per rafforzare il numero degli uomini presenti nel Paese nord africano. Attualmente, con una spesa di un miliardo e mezzo, l’Italia ha 500 militarti in Kosovo, un migliaio in Libano, 800 in Afghanistan e 900 in Iraq.


La diplomazia italiana e europea è al lavoro soprattutto per arrivare alla conferenza di Berlino con i protagonisti del dossier libico. Come anticipato ieri dal ministro degli esteri Luigi di Maio, «l’Italia non sosterrà mai un altro intervento militare». La proposta messa sul tavolo dal capo della Farnesina prevede una forza di interposizione che ricalchi il modello Unifil, ovvero la missione a guida italiana in Libano istituita nel 1978 e rinnovata nel 2006 per far rispettare il cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele.

«Alla Conferenza di Berlino – ha ribadito Maio – l’Italia porterà questa linea, per costruire una Libia sovrana, unita e in pace». Attualmente la missione italiana in Libia dispone di 250 uomini, tutti a protezione dell’ospedale di Misurata e sostiene la guardia costiera libica per contrastare il traffico di essere umani.

Dopo la visita ad Ankara, Conte è atteso domani in Egitto dal presidente al-Sisi, sostenitore di Haftar, per provare a traghettare i protagonisti del conflitto alla Conferenza di Berlino dove l’Italia spera di poter tornare a giocare un ruolo da protagonista e presentarsi come forza di mediazione principale tra le parti.

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