Pd e M5s uniti alle elezioni? Buffagni taglia corto: «Se qualcuno è innamorato dei dem, può traslocare»

Pesa ancora il tradimento leghista per il viceministro grillino: prima di pensare a un “progetto politico” con il Pd, il Movimento ha da risolvere i problemi all’interno

Quello tra Pd e M5s non è un fidanzamento che porta dritto sull’altare, quindi niente nozze per il momento come sembrano sperare invece l’officiante Giuseppe Conte e l’altra metà della coppia, cioè Dario Franceschini in primis. Per il viceministro M5s Stefano Buffagni non è scattata la scintilla con i dem.


«Nel merito io lavoro bene con il Pd, come con la Lega – ha detto al Corriere della Sera – ma noi siamo una cosa diversa». Secondo Buffagni non è un obbligo aggregarsi in un’unica forza politica per le prossime elezioni Politiche, laddove il sistema elettorale sarà su base proporzionale, come predica Franceschini, anzi: «Singolarmente le forze politiche possono raccogliere maggiore consenso».


Prima di lanciarsi in una relazione di coppia insomma, il M5s per Buffagni farebbe bene a lavorare su se stesso. Soprattutto quando si è freschi di tradimento, come è successo con la Lega di Matteo Salvini: «Lei si fiderebbe ancora di uno che tradisce così? – dice Buffagni – Però vorrei fidarmi un po’ di più anche del M5s, invece anche da noi c’è sempre qualcuno che cerca di differenziarsi».

Con tutte le tensioni che ancora covano nel Movimento, Buffagni pensa agli “avvoltoi” evocati il giorno prima: «Il M5s raccoglie consenso quando ha una linea chiara e il coraggio delle decisioni. Se invece su ogni cosa si cercano distinguo per ritagliarsi spazio politico, gli italiani stufano e si perdono i voti».

Non c’è spazio quindi per fusioni a freddo, chi non è d’accordo per Buffagni può anche fare i bagagli: «Se poi qualche mio collega si è innamorato di colpo del Pd, può anche traslocare».

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