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Senato: la giunta propone il sì al processo a Salvini, come da lui chiesto. Ora deciderà il voto dell’aula – Il video

20 Gennaio 2020 - 20:22 Angela Gennaro
Bocciata la proposta del presidente Gasparri con i 5 voti dei senatori leghisti

È la cronaca di una giornata surreale, quella che si è appena conclusa tra i palazzi del potere. La Giunta delle immunità del Senato, come annunciato e come invocato nelle ultime ore dal diretto interessato, ha dato il via libera all’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini sull’ipotesi di accusa di sequestro di persona per il caso Gregoretti. Ora il voto definitivo passa – eventualmente – all’aula di palazzo Madama, chiamata a esprimersi entro altri 30 giorni – si parla della data del 17 febbraio.

È un racconto in punta di tecnicismi e regolamento del Senato, che il presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, si ferma a spiegare nel dettaglio al termine della seduta, intorno alle 19. La Giunta ha respinto la sua proposta di negare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. A votare contro (e quindi a favore di un processo), come richiesto dallo stesso Matteo Salvini, i “suoi” 5 senatori leghisti, a favore i 4 di FI e Alberto Balboni di FdI. La maggioranza ha deciso di disertare la giunta, definita «illegittima», non si è presentata al voto.

In caso di pareggio, spiega Gasparri, la relazione si intende per regolamento non approvata. Passa quindi la tesi leghista: processate Salvini. Ora l’ok definitivo dovrà – eventualmente – essere dato dal voto dell’aula del Senato. Entro un mese. A spiegare perché il proprio leader dovrà essere processato in aula sarà l’ex ministra Erika Stefani.

La giornata

«La Lega, per valutazioni politiche, pur apprezzando il mio lavoro, ha votato contro la relazione», dice Gasparri alla fine del voto. «Io ribadisco che il comportamento di Salvini a mio avviso è stato in perfetta linea con le leggi dello Stato e dico a Marcucci che ha detto cose non vere, cioè che non esistono carte non consegnate. Quindi deve correggere le sue affermazioni perché le bugie non si possono dire»

Sant’Ivo alla Sapienza/Angela Gennaro

La maggioranza aveva deciso di non partecipare alla riunione né al voto della Giunta delle immunità del Senato, convocata alle 17 per decidere sulla richiesta di autorizzazione a procedere.

Dopo un vertice dei capigruppo, Pd, Leu, Iv, ma anche 5 Stelle, hanno deciso di disertare una convocazione della giunta ritenuta «illegittima» – aveva confermato il capogruppo dem Andrea Marcucci arrivando al vertice.

«Quelli del Pd non hanno neanche la faccia di difendere la loro idea. Vogliono mandarmi a processo e decidere dove, come e quando», ha commentato il leader della Lega nel corso di un comizio a San Giovanni in Persiceto, riferendosi al fatto che la maggioranza non si è presentata nella giunta per le autorizzazioni del Senato. Ma i dem, ha aggiunto, «sanno che domenica si vota in Emilia-Romagna…».

Sakvini era arrivato a invocare Silvio Pellico e Giovannino Guareschi: un «perseguitato», insomma, nell’ultima settimana di campagna elettorale prima delle elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna. Che perciò chiede di andare a processo, e ai suoi senatori di votare in giunta per l’autorizzazione a procedere.

La Lega aveva quindi confermato il voto favorevole al processo con Erika Stefani: «La maggioranza non solo vuole processare Salvini, ma pretende anche di decidere come e quando – ha detto la senatrice leghista – Se la maggioranza pensa davvero che Salvini sia un sequestratore, l’ex ministro andrebbe fermato subito. La melina di Pd, 5S e Iv dimostra che è solo una vergognosa sceneggiata per colpire il leader della Lega. La vera sentenza sarà emessa dagli elettori di Calabria ed Emilia-Romagna, e per smascherare l’ipocrisia della maggioranza voteremo sì al processo».

I numeri

Il numero legale della seduta e del voto era comunque assicurato: basta infatti un terzo della giunta, quindi otto senatori su 23 componenti. Si raggiunge con il solo centrodestra, dieci senatori (5 Lega, 4 FI e 1 FdI).

«La nostra linea è garantista, votiamo sì alla relazione di Gasparri, quindi no all’ autorizzazione, come abbiamo fatto per la Diciotti», aveva confermato oggi la capogruppo dei berlusconiani al Senato Anna Maria Bernini al quotidiano Repubblica. Gasparri restava sulle sue posizioni: l’ex ministro non va processato. «Come presidente devo rispettare le procedure e votare entro mezzanotte. Come relatore ho scritto quello che pensavo il 9 gennaio, e di certo non cambio né idea, né il voto», aveva detto Gasparri.

Gregorio De Falco, ex 5 Stelle ora al Misto, aveva confermato di non essere intenzionato a partecipare al voto: «Ci sto pensando a non partecipare alla Giunta di oggi, dice il senatore ai giornalisti». Nella Giunta ci sono altri due senatori del Misto, Pietro Grasso di Leu e Meinhard Durnwalder delle Autonomie, che è assente per malattia.

In copertina un momento della riunione della Giunta delle immunità parlamentari del Senato per l’autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti, Roma, 13 gennaio 2020. ANSA/Angelo Carconi

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