Cannabis terapeutica, in Sicilia il farmaco sarà gratis

L’erogazione, con oneri a carico del Servizio sanitario, è prevista per i pazienti residenti nell’isola che presentano «inadeguata risposta o intolleranza alle terapie convenzionali»

I pazienti siciliani che ricorrono alla cannabis terapeutica non dovranno più pagare. La Regione Siciliana, infatti, con un decreto firmato dall’assessore alla Sanità Ruggero Razza, si farà carico delle spese sostenute dai pazienti affetti da dolore cronico e neuropatico e da spasticità da sclerosi multipla, e che si rivolgeranno alle strutture sanitarie pubbliche.


Spetterà ai medici delle Aziende sanitarie pubbliche regionali, specialisti di anestesia e rianimazione, neurologia e dei centri di terapia del dolore prescrivere ai pazienti la terapia con la cannabis. La durata massima per il trattamento è di sei mesi.


Il preparato potrà essere richiesto dal paziente nelle farmacie ospedaliere che, però, al momento non producono il farmaco. Questo significa che, almeno inizialmente, la Regione sarà chiamata a stipulare convenzioni con i privati.

Questo non è altro che il frutto di un tavolo tecnico, avviato ad agosto 2018 su richiesta di alcune associazioni, e fortemente voluto dallo stesso assessore alla Sanità. Adesso l’obiettivo dell’associazione BisTer di Catania è che venga «allargata la platea di patologie per la somministrazione gratuita del farmaco».

L’erogazione, con oneri a carico del Servizio sanitario, è prevista per i pazienti residenti nell’isola che presentano «inadeguata risposta o intolleranza alle terapie convenzionali».

La liberalizzazione in Parlamento

Intanto sono trenta i deputati di M5s, Pd, Leu e +Europa che, con un emendamento al Milleproroghe, hanno chiesto la liberalizzazione della cannabis light. Primo firmatario è il radicale Riccardo Magi.

Tra i prodotti che si possono ottenere dalla coltivazione della canapa e che possono essere commercializzati, i deputati chiedono di aggiungere anche i «preparati contenenti cannabidiolo (CBD), il cui contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) non sia superiore allo 0,5% per qualsiasi uso, derivanti da infiorescenze fresche ed essiccate e oli».

Leggi anche: