Alta tensione sovranista, Meloni avverte Salvini: «Non sia aggressivo con noi. Vuole una Regione? Parli a Berlusconi»

Nervi tesi fra Fratelli d’Italia e Lega su Puglia, Toscana, Campania e legge elettorale. Il partito meloniano cresce ovunque e non si sente abbastanza considerato nel centrodestra

Se nel governo si battaglia sulla prescrizione, anche all’interno dell’opposizione le acque non sono tranquille. Il partito che, secondo i sondaggi, cresce di più, cioè Fratelli d’Italia, si sente messo da parte. E Giorgia Meloni va all’attacco di Salvini: «Matteo onori i patti e non sia aggressivo nei nostri confronti. Se vuole una regione del Sud si rivolga a Berlusconi e gli chieda la Campania». Il direttivo di Fratelli d’Italia si è riunito ieri e la leader, al contrario dei suoi compagni più barricaderi, sembra voler gettare acqua suol fuoco, rispetto a chi denuncia le continue «provocazioni» che arrivano, a diversi livelli, dal Carroccio. Una sorta di guerra fredda che si concretizzerebbe, da parte leghista, nella richiesta di un candidato governatore in Puglia, fino all’esclusione di Fratelli d’Italia dalla giunta umbra. Dalla Lega, arriva l’accusa ai melononiani di non sostenere con necessaria convinzione l’autonomia regionale. In campagna è guerra aperta, a partire da Castel Volturno, dopo i leghisti mettono in scacco il sindaco di FdI. Poi, come considerazione generale, il partito di Meloni, nonostante le rilevazioni lo attestino abbondantemente sopra il 10%, continua sentirsi una ruota di scorta del centrodestra. Fratelli d’Italia vola non solo nei sondaggi, come hanno dimostrato le elezioni in Emilia-Romagna: e per Meloni, Salvini se ne deve fare una ragione. I tricolore crescono al sud come al nord, mentre il Carroccio in Meridione fatica ancora e Forza Italia crolla ovunque. La Lega inoltre, secondo i meloniani, sarebbe in stallo: se avesse confermato il risultato delle Europee, in Emilia Borgonzoni avrebbe vinto. Quindi Meloni è pronta a dare battaglia e sulla candidatura di Fitto in Puglia, di cui Salvini non è mai stato entusiasta, non cede. Il leghista intanto forza i tempi per un candidato del Carroccio in Toscana e per sgomberare il campo da chi ipotizza accordi con Matteo Renzi: «Io, comunque, non faccio governi con Renzi, e non faccio governi creati nel Palazzo senza il consenso dei cittadini. Se il governo cade si va a votare», ha chiarito Meloni durante la trasmissione Cartabianca di ieri.


Scontro sovranista

A tracciare il solco della sfida in campo sovranista è il capogruppo FdI alla Camera Francesco Lollobrigida, che puntualizza: «Noi abbiamo voglia di vincere con tutto il centrodestra e Giorgia è a prova di bomba perché è stata l’unica che è sempre stata fedele al centrodestra anche quando gli altri si sono concessi scappatelle o con Renzi o con Di Maio». Meloni frena i suoi che in questa fase sembrano voler andare allo scontro diretto con il leader della Lega a cui però una sponda va data sulla vicenda Gregoretti. «Detto questo però – spiegano in FdI – nessuno deve mettere i piedi in testa a Giorgia. È giusto che Salvini voglia una regione del Sud ma lo chieda a Berlusconi: il Cavaliere rinunci a Caldoro».


Il nodo Forza Italia

Spiegano i meloniani che il vero problema è tra Salvini e Berlusconi. Forza Italia, rispetto al suo attuale peso elettorale, sarebbe sovrastimata anche in Campania. La linea del Piave, per così dire, per i meloniani è l’appoggio dei leghisti a Fitto in Puglia: una specie di prova d’amore per i nuovi esponenti del Carroccio, quasi tutti ex fittiani, che dovranno sostenere la campagna dell’ex leader. Poi, c’è la questione legge elettorale: per la Toscana, Meloni teme un accordo di Salvini con Renzi: «La Lega sulla legge elettorale tende a isolarsi, come se fosse in vigore già il proporzionale puro. Proponiamo invece come centrodestra una nostra proposta». Ha detto Meloni mettendo in evidenza che qualcosa, anche all’interno di una coalizione che secondo i sondaggi sfonderebbe il tetto della maggioranza assoluta, deve essere chiarito al più presto.

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