Sardine, c’è chi grida all’espulsione. La replica: «Mai espulso nessuno: non siamo un partito»

«Abbiamo sempre cercato il confronto con tutti, in silenzio. Lui cercava visibilità con sceneggiate pubbliche»

«Di fatto, si è auto-eliminato». Scoppia la polemica tra le Sardine lucane per il caso di un’attivista che ha lasciato il movimento. In un’intervista da Affari italiani intitolata Le Sardine mi hanno buttato fuori. Ora parlo io, vi svelo tutti i segreti, Vincenzo Petrone, con un lungo passato politico – Partito radicale, Rifondazione comunista, Movimento 5 stelle – afferma di essere stato «espulso per aver parlato». Si tratta del contestatore che ha portato una corona di aglio a Mattia Santori e a Jasmine Cristallo subito dopo l’incontro con il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano. «Abbiamo cercato sempre il confronto con tutti, in silenzio, lui cercava visibilità con sceneggiate pubbliche», dice a Open una Sardina del gruppo centrale. «Passiamo giornate intere a discutere nelle chat e nei gruppi dei temi e sul modo di comunicarli».


Cos’è successo

La Sardina – potremmo dire ex per come si è evoluta la faccenda – fuori dal ministero ha contestato aspramente Mattia Santori: «Chi ha deciso che dovevate venire voi dal ministro? – ha affermato davanti alle telecamere. E consegnando l’aglio -. Ricordatevi del petrolio, delle dighe, dello spopolamento della Basilicata». Sia Santori che Cristallo si erano detti subito disponibili ad affrontare la questione con pacatezza, «ma ci sono voluti dieci minuti per sedare quella sceneggiata», ricorda Cristallo. «Non c’è stata nessuna espulsione, non abbiamo tessere e non siamo un partito. Ripeto, non abbiamo mai espulso nessuno», spiegano ora. Un caso simile e che ha ottenuto la stessa esposizione mediatica fu quello di Stephen Ogongo: anche allora fu la Sardina romana a decidere di staccarsi dal gruppo originario delle 6.000 Sardine per differenze di vedute. «Se una Sardina lucana prende una strada diversa è libera di farlo. Ma non si può dire che è stato espulso da noi», spiegano da Bologna. «Certo è che se fai contestazioni pubbliche, sceneggiate, rilasci interviste in cui critichi le Sardine su tutto, allora dovresti domandarti tu stesso se questo movimento fa per te».


Nessuna espulsione

«Ho partecipato con entusiasmo al movimento delle Sardine dall’inizio», dice Petrone nell’intervista ad Affari Italiani. «Ma mi sono chiesto che senso ha che un movimento appena nato, ancora col latte alla bocca, si presenti nei palazzi del potere, dai ministri. Chi ha deciso di venire qua dai ministri? Noi non lo abbiamo deciso – affonda -. Questi non parlano di cose concrete, fanno solo slogan», contesta Petrone. Da Bologna sottolineano che «la riunione nazionale di Scampia servirà anche a evitare che qualcuno non si senta parte dell’intero progetto. Servirà a darsi dei ruoli, come è inevitabile che sia, e servirà a chi fa parte dei vari gruppi, siano essi provinciali, regionali o nazionale a comunicare e organizzarsi più agevolmente».

«Ma c’è una certezza: fino ad adesso, nonostante le palesi difficoltà create da una mancanza di struttura, abbiamo sempre risposto a qualsiasi domanda e dubbio. Abbiamo dialogato con chiunque. Non ci siamo mai sottratti al confronto qualora fosse fatto nei termini fondativi delle Sardine: gentilezza e rispetto – e aggiunge -. Proprio la mancanza di una struttura rigida ha permesso la massima democrazia e il dibattito interno». La Sardina lucana che si considera espulsa dal movimento ha diffuso lo screenshot di un gruppo Whatsapp nominato “Sardine Lucane”. Un membro del gruppo chiede effettivamente di “rimuovere” dalla conversazione Vincenzo Petrone. «In quella chat non c’è nessuno di noi del gruppo nazionale – dicono a Open da Bologna -. Ovviamente sono stati commessi degli errori di comunicazione in quella chat autogestita, perché nessuno può espellere nessuno. E i termini come “eliminare” non appartengono al movimento delle Sardine».

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