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Governo, ancora fibrillazioni nella maggioranza sulle intercettazioni. Tregua con Italia Viva: solo se «indispensabili e rilevanti»

18 Febbraio 2020 - 21:50 Redazione
La maggioranza avrebbe trovato una nuova intesa in un subemendamento che vede la firma anche dei renziani

Dopo la prescrizione è la volta delle intercettazioni. Si chiude una nuova giornata ad alta tensione nella maggioranza di governo. L’ennesima, dopo che il premier, Giuseppe Conte, e il leader di Italia Viva, l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi si sono, politicamente parlando, mandati a quel paese. Era la giornata del decreto intercettazioni con il voto di fiducia. Un risultato cui si era arrivati con un accordo di maggioranza: la quadra era stata trovata secondo una formulazione concordata dagli alleati. La fibrillazione però è scattata con l’entrata di un emendamento a firma dell’ex magistrato Pietro Grasso, che ha fatto salire sulle barricate Italia Viva.

L’emendamento Grasso

L’emendamento dell’ex presidente del Senato riguardava l’utilizzo delle intercettazioni per le indagini su reati diversi da quelli per cui esse erano state effettuate. Un emendamento peraltro modificato dallo stesso Grasso, dopo un vertice di maggioranza svoltosi la scorsa settimana e che, dopo l’intesa della scorsa settimana, mira a recepire una sentenza interpretativa della Cassazione. In sostanza, ricostruisce l’Ansa, consente sì di utilizzare come prova le intercettazioni svolte per indagini su altri reati, ma soltanto per i reati per i quali sono ammesse le intercettazioni stesse. Ma Italia Viva, che aveva assicurato che sulle intercettazioni avrebbe votato la fiducia, non ci sta. «Ci va bene il testo di Bonafede uscito dal Cdm o un testo che rispetti la sentenza della Cassazione, non capiamo perché ci si intestardisca su altro», spiegano dal partito di Matteo Renzi in giornata.

Il subemendamento

L’emendamento Grasso viene ritirato. «Il punto è che bisogna trovare la formulazione giusta», prendendo spunto dall’ultima sentenza della Cassazione sulle intercettazioni, chiosa il leader di Italia Viva Matteo Renzi, reduce dal Pakistan, rispondendo ai giornalisti nel Transatlantico del Senato. Poi la decisione di rinviare a domani: la Commissione Giustizia del Senato fissa a domattina alle 9,30 il termine per presentare i subemendamenti all’emendamento del relatore al decreto intercettazioni, mentre il voto inizierà alle 13,40 circa. E la maggioranza trova un’intesa tradotta in un subemendamento all’emendamento del relatore firmato dai quattro capigruppo in Commissione, compreso Giuseppe Cucca di Italia Viva. La mediazione porta al seguente risultato: sarà possibile utilizzare una telefonata che rivela un nuovo reato, a patto che la registrazione stessa sia «indispensabile e rilevante» durante un’intercettazione regolarmente autorizzata. Nel frattempo la situazione resta fluida e le acquisizioni, a sorpresa, vanno nella direzione di Italia Viva e la sfida è aperta e si è visto anche sui decreti sicurezza di Salvini, ancora fermi.

In copertina ANSA/Angelo Carconi | Il murales comparso in piazza Capizucchi sul governo Conte bis. L’opera ritrae il premier Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il segretario del Pd Nicola Zingaretti e il senatore Matteo Renzi, Roma, 6 settembre 2019

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