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Giorno della memoria delle vittime del terrorismo, Mattarella: «Non sempre è stata fatta piena luce. Ricordare chi non si è piegato»

09 Maggio 2020 - 10:03 Olga Bibus
«Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all'apice dell'aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica», scrive il presidente

«Nel Giorno della memoria, che il Parlamento italiano ha voluto dedicare alle vittime del terrorismo, la Repubblica si inchina davanti alle vite spezzate dal fanatismo politico, dalle violenze di gruppi brigatisti e neofascisti, dagli assalti eversivi alle istituzioni democratiche e alla convivenza civile». Inizia così il messaggio dei presidente della Repubblica in occasione della giornata che commemora tutte le vittime italiane del terrorismo. Un elenco che Sergio Mattarella definisce «tragicamente lungo» di cui fanno parte «servitori dello Stato, donne e uomini eletti a simbolo di funzioni pubbliche, cittadini impegnati nella vita sociale, testimoni coerenti che non hanno ceduto al ricatto».

Ed è proprio loro che bisogna ricordare: chi non si è piegato, «chi ha continuato a difendere la libertà conquistata, il diritto e la legalità, le istituzioni che presidiano la vita democratica. Il terrorismo è stato sconfitto grazie al sacrificio e alla rettitudine di molti, e grazie all’unità che il popolo italiano ha saputo esprimere in difesa dei valori più profondi della propria civiltà», scrive il presidente. «Ricordare è un dovere», continua Mattarella. E ammette che non sempre è stata fatta piena luce. «Nel tempo sono state accertate responsabilità dirette e indirette. Gli autori dei delitti sono stati sottoposti a processi e condanne. Ma non ovunque è stata fatta piena luce. La verità resta un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni. Terrorismo ed eversione sono stati battuti con gli strumenti della democrazia e della Costituzione: la ricerca della verità, dunque, deve continuare laddove persistono lacune e punti oscuri».

«Il 9 maggio è il giorno in cui Aldo Moro venne ucciso. La barbarie brigatista giunse allora all’apice dell’aggressione allo Stato democratico. Lo straziante supplizio a cui Moro venne sottoposto resterà una ferita insanabile nella nostra storia democratica. Respinta la minaccia terroristica, oggi ancor più sentiamo il dovere di liberare Moro e ogni altra vittima da un ricordo esclusivamente legato alle azioni criminali dei loro assassini. Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro e di tanti altri giusti che hanno pagato il prezzo della vita, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro», conclude il presidente. La giornata della memoria delle vittime del terrorismo si celebra il 9 maggio, giorno in cui, 42 anni fa, vennero uccisi Aldo Moro e Peppino Impastato.

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