Silvia Romano, chiuso il profilo Facebook della cooperante. Aperta indagine per minacce aggravate

Lo ha deciso il responsabile dell’antiterrorismo milanese, Alberto Nobili. Al momento il fascicolo è contro ignoti

Dopo gli insulti e le minacce sui social rivolti a Silvia Romano, è stata aperta un’inchiesta per minacce aggravate. Lo ha deciso il responsabile dell’antiterrorismo milanese, Alberto Nobili. Al momento il fascicolo è contro ignoti. Le autorità starebbero valutando anche quale tipo di tutela desinare alla cooperante di 25 anni, tornata ieri a Milano dopo una prigionia di 18 mesi. Vicino casa della ragazza sarebbe stato trovato anche un volantino su cui erano state scritte minacce, anche di morte.


Chiuso il profilo Facebook

Da oggi 12 maggio il profilo Facebook di Silvia Romano non è più accessibile. A partire dalla notizia della sua liberazione, la cooperante è stata bersaglio di insulti e attacchi durissimi da parte di diversi utenti del social.


Lo sfogo del padre

Anche il padre a Open ha espresso timore che le possa accadere qualcosa. Dopo il ritorno di Romano, in molti sui social hanno rivolto critiche sul riscatto pagato per la sua liberazione soprattutto alla luce della sua conversione all’Islam. Intanto diverse auto delle forze dell’ordine stanno circolando davanti all’abitazione di Silvia Romano nel quartiere di Casoretto, a Milano. Non c’è un presidio fisso, ma le pattuglie stanno intensificando il passaggio davanti alla sua casa.

La 25enne è tornata in Italia domenica 10 maggio, dopo essere stata prigioniera di uomini legati all’organizzazione terroristica Al Shabaab per un anno e mezzo. È stata liberata venerdì scorso a 30 chilometri da Mogadiscio. Ieri, l’arrivo nel suo quartiere di Milano dove dovrà passare 14 giorni di quarantena a causa dell’emergenza Coronavirus.

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