Taranto, arrestato per corruzione in atti giudiziari il procuratore capo Carlo Capristo: «Fece pressioni per indirizzare un’inchiesta»

L’accusa è di corruzione in atti giudiziari. Capristo si trova ai domiciliari

È stato arrestato il procuratore capo di Taranto Carlo Capristo. Da questa mattina si trova agli arresti domiciliari: a suo carico sarebbe stato aperto un fascicolo di inchiesta dalla procura di Trani e poi trasferito ai colleghi di Potenza. Stamane sono state eseguite perquisizioni a carico di altre persone e anche di un altro magistrato, che è indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale.


La vicenda per cui Capristo è finito sotto indagine riguarda un episodio in cui avrebbe esercitato pressioni su un magistrato di Trani poco dopo il suo trasferimento a Taranto, per indirizzare un’inchiesta. L’accusa è di corruzione in atti giudiziari. Nessun dettaglio al momento, ma quanto accaduto – come riporta ilfattoquotidiano.it – potrebbe ricollegarsi alle indagini che hanno coinvolto i suoi ex colleghi Michele Nardi e Antonio Savasta.


Oltre a Capristo, sono agli arresti domiciliari l’ispettore Michele Scivittaro, in servizio presso la Procura di Taranto, e gli imprenditori pugliesi Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo. Avrebbero compiuto «atti idonei in modo non equivoco» per indurre un giovane sostituto presso la Procura di Trani a perseguire penalmente una persona che gli imprenditori, considerati i mandanti, avevano denunciato per usura. Il magistrato, però, non solo si oppose fermamente, ma denunciò tutto.

Capristo e Scivittaro, inoltre, sono «gravemente indiziati di truffa ai danni dello Stato e falso»: l’ispettore risultava presente in ufficio e percepiva gli straordinari, ma in realtà stava a casa e svolgeva «incombenze» per conto del Procuratore.

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