Scandalo Csm, Ermini sulla vicenda di Palamara: «Punto di non ritorno»

Palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio superiore della Magistratura, «è e deve restare ‘zona smilitarizzata’, sottratta e estranea all’influenza delle correnti e dei partiti», dice il vicepresidente

«Quanto accaduto nei mesi scorsi indica un crinale dell’irreversibilità e richiede una vera e propria cesura con il passato e un deciso passo indietro. Le parole del Capo dello Stato pronunciate in plenum il 26 giugno suonano da imperativo per tutti noi».


Lo ha detto aprendo il suo intervento al 34esimo congresso nazionale dell’Anm il vicepresidente del Csm David Ermini, riferendosi allo scandalo dei mesi scorsi, la bufera partita da un’inchiesta per corruzione su Luca Palamara, potentissimo ex presidente dall’Anm ed ex membro dello stesso Csm.


Ermini: «Csm resti zona smilitarizzata»

Palazzo dei Marescialli, sede del Consiglio superiore della Magistratura, «è e deve restare ‘zona smilitarizzata’, sottratta e estranea all’influenza delle correnti e dei partiti: non devono trovare spazio insistenze e sollecitazioni nei confronti dei consiglieri, non devono esistere pellegrinaggi di singoli candidati e indecorose questue per incarichi direttivi o semidirettivi», aggiunge.

La magistratura nell’esercizio della giurisdizione «non deve né cercare il consenso popolare né cedere a protagonismi mediatici, ma deve saper parlare ai cittadini assicurando la tutela dei diritti e il controllo della legalità. Deve guadagnarsi sul campo, giorno per giorno, la propria legittimazione dimostrandosi indipendente, corretta, imparziale, spiega Ermini. Soprattutto verso la politica: la politica la fanno i partiti, la magistratura deve fare indagini e sentenze».

Il dibattito sulla prescrizione

Il vicepresidente del Csm interviene anche sul dibattito sulla prescrizione. «Tutte le soluzioni possono andare bene ma il problema è quello di non creare squilibri», dice Ermini. «L’entrata in vigore della prescrizione senza che vi siano dei provvedimenti che possono oggettivamente accorciare i tempi dei processi può creare squilibri come per esempio aggiungere una mole di lavoro soprattutto negli uffici delle corti di appello, che in questo momento sono in grande sofferenza».

In copertina il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura David Ermini durante il Plenum straordinario del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) presso Palazzo dei Marescialli, Roma, 21 giugno 2019. ANSA/Angelo Carconi

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