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Coronavirus. Uno studio dimostra che gli asintomatici non sono contagiosi? No! Dimostra la forza della prevenzione

25 Maggio 2020 - 11:48 David Puente
Un classico esempio di come uno studio viene usato per dimostrare teorie che non vengono dimostrate affatto

Ci sono giunte alcune richieste di verifica in merito a uno studio dal titolo «A study on infectivity of asymptomatic SARS-CoV-2 carriers» condiviso da utenti e siti a sostegno della teoria che gli asintomatici Covid-19 non siano contagiosi. Possiamo dare una sentenza definitiva solo da un titolo? No! Lo studio va letto per scoprire come è stato fatto e cosa è stato riscontrato realmente, altrimenti si rischia di diffondere ulteriore disinformazione, ricordando che non basta essere pubblicato su PubMed per avere valenza scientifica (ricordiamo che si tratta di un raccoglitore di ricerche, articoli e studi pubblicati sia da riviste scientifiche serie che predatorie).

I 455 soggetti e l’asintomatico «debole»

Lo studio (che trovate qui nella versione completa) considera una platea di 455 individui (35 pazienti, 196 familiari e 224 operatori sanitari di un ospedale) che sarebbero entrati in contatto con il soggetto asintomatico che, dopo un periodo di tempo, non sono stati infettati dal Sars-cov2. Nelle conclusioni presenti nell’abstract leggiamo:

Conclusion: In summary, all the 455 contacts were excluded from SARS-CoV-2 infection and we conclude that the infectivity of some asymptomatic SARS-CoV-2 carriers might be weak.

Bisogna fare attenzione perché se dal titolo qualcuno potrebbe pensare che gli asintomatici non possano contagiare, nella conclusione riportata nell’estratto si legge chiaramente che l’infettività di alcuni asintomatici potrebbe essere debole.

Il soggetto asintomatico

Il soggetto in questione ha 22 anni e con una malattia cardiaca coronarica (CHD). A causa di un problema respiratorio, associato inizialmente al problema cardiaco, si era presentato in pronto soccorso il 13 gennaio 2020. Pare che l’undici febbraio 2020, a seguito del test con il tampone, sia risultato positivo al virus nonostante non mostrasse i sintomi della malattia.

Trasferito nella zona di quarantena, risultò positivo per circa cinque giorni consecutivi dall’undici al 15 febbraio. Il 26 febbraio 2020 risultò negativo, così come nei giorni successivi, e venne dimesso dalla quarantena il 2 marzo 2020.

Protezioni standard e mascherine

I pazienti presenti con il soggetto asintomatico e i suoi familiari erano stati messi in quarantena, non il personale ospedaliero in quanto si ritiene il fatto che usassero le protezioni standard. A proposito di protezioni, nello studio vengono precisate alcune usate proprio dai soggetti controllati:

All patients also wore masks except for eating or drinking and were admitted to infectious department for medical isolation.

I 35 pazienti considerati nello studio indossavano le mascherine, così come anche il paziente asintomatico, che toglievano per mangiare o bere. Stessa storia per i familiari:

In total, 196 family members were enrolled. The situation on wearing masks was the same as that in patients.

Ricordiamo che lo studio considera una situazione ospedaliera, con rigidi controlli e accorgimenti che puntano a garantire un igiene adeguata per prevenire le infezioni.

L’importanza della prevenzione

Arriviamo alle conclusioni dello studio, quello completo, dove leggiamo:

Infectivity of some asymptomatic SARS-CoV-2 carriers might be weak. Effective prevention and control measures are helpful to prevent COVID-19 spread of asymptomatic carriers. The result of this study may alleviate parts of the public concern about asymptomatic infected people.

Il condizionale è d’obbligo nelle conclusioni, l’infettività di alcuni asintomatici potrebbe essere debole. Nelle conclusioni, inoltre, leggiamo che le misure di prevenzione (ricordiamo che tutti i soggetti erano in condizioni igieniche e sanitarie prescritte in questi casi) sono utili per evitare la diffusione del virus da portatori asintomatici.

Conclusioni

Visto le condizioni dei soggetti tenuti in considerazione dallo studio, incluso il soggetto asintomatico, e visto quanto riportato nelle conclusioni, possiamo dire che un risultato come questo potrebbe rassicurare il pubblico dalla presenza degli asintomatici e dalla loro possibilità di infettare (lo studio non dice assolutamente che non possono farlo), purché vengano utilizzate tutte le misure di prevenzione previste e tanto spiegate in questi mesi.

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Foto di copertina di mohamed Hassan da Pixabay

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