Open Arms e sbarchi, la Giunta dice no al processo a Salvini. I renziani decisivi chiamano in causa Conte e M5s

La Giunta per le immunità ha votato no al processo con 13 contrari e 7 voti a favore. Decisivo, oltre la scelta dei renziani di non partecipare, anche il voto contrario di Mario Michele Giarrusso e una dissidente del M5s

La Giunta per le immunità del Senato ha salvato Matteo Salvini con 13 contrari e 7 voti favorevoli – tre senatori non hanno partecipato al voto – sul caso Open Arms, accusato di sequestro di persona per aver trattenuto 146 migranti a bordo della nave Ong a largo di Lampedusa nell’agosto del 2019. Ora la palla passa all’aula, che dovrà decidere sull’autorizzazione a procedere entro un mese.


In mattinata, Italia Viva ha deciso di non partecipare al voto in Giunta delle immunità di Palazzo Madama, sulla nuova autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Decisivo, oltre la scelta dei renziani, anche il voto contrario di Mario Michele Giarrusso, ex grillino ora passato al Misto, e di una dissidente del M5s, Alessandra Riccardi. Immediato il commento di Salvini: «La giunta del Senato ha votato stabilendo che Salvini ha fatto il suo dovere, ha agito per interesse pubblico e non privato», dice il leader del Carroccio in una diretta Facebook praticamente contemporanea all’esito del voto.


«La decisione della Giunta di oggi segna una battuta di arresto verso l’accertamento della verità e verso l’affermazione di un principio inderogabile, alla base della nostra Costituzione e di qualunque Convenzione internazionale, che stabilisce l’inviolabiltà della vita e della dignità delle persone, a prescindere dalla loro provenienza, dal loro sesso, dalla loro appartenenza politica o religiosa», dice a caldo la ong spagnola Open Arms. «Ci auguriamo che il Senato voglia compiere una scelta diversa in un momento in cui è sempre più necessario affermare il diritto di tutti e tutte ad essere tratti in salvo se in difficoltà, a chiedere protezione, a ricevere accoglienza e cure, rispetto e gentilezza».

OPEN/Angela Gennaro | I commenti di Maurizio Gasparri, Mario Giarrusso, Alessandra Riccardi dopo il voto della Giunta del Senato, 26 maggio 2020.

IV non partecipa al voto

La notizia, a metà mattinata, è che Italia Viva decide di non partecipare al voto. Con una “spiegazione” che di fatto tira in ballo Giuseppe Conte, premier prima del governo Lega-M5s e oggi dell’esecutivo Pd-M5s, e gli oggi alleati grillini. «Non c’è stata a nostro parere un’istruttoria seria, così come avevamo richiesto sia in questo caso che nella precedente vicenda Gregoretti.

La motivazione principale per cui Italia Viva decide di non partecipare al voto risiede però nel fatto che, dal complesso della documentazione prodotta, non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex Ministro dell’Interno dei fatti contestati», dice il capogruppo di Iv in Giunta, Francesco Bonifazi, in una nota. IV ha in giunta 3 voti: il Pd aveva eletto 4 senatori inizialmente, ma 3 con la scissione sono passati con i renziani e per i dem resta solo Anna Rossomando.

OPEN/Angela Gennaro | Il commento di Anna Rossomando dopo il voto della Giunta del Senato, 26 maggio 2020.

Alla fine viene quindi approvata la Relazione del presidente Gasparri che chiede di non rinviare a giudizio Salvini: 13 a 7. Il Movimento 5 Stelle ha votato, come anticipato, per mandare Salvini a processo (come fatto nel caso Gregoretti e al contrario di quanto invece fatto in quello Diciotti). In dissenso col suo gruppo vota oggi la grillina Alessandra Riccardi: alla fine vota per il sì alla relazione Gasparri (e quindi a sostegno della tesi per cui tutto il governo era coinvolto).

«Ho votato secondo coscienza. Non so se ci saranno delle conseguenze per me e se il M5s deciderà di espellermi. In quel caso, mi prenderò le mie responsabilità», dice Riccardi dopo il voto. Per “salvare Salvini” ha votato anche Mario Giarrusso, ex 5 Stelle ora nel Misto. Per alcuni è – da tempo – in odore di passaggio alla Lega. Ma lui smentisce seccamente e «una volta per tutte»: «Ho solo votato coerentemente con quello che da sempre dicono gli attivisti 5 Stelle e con il voto di Rousseau», spiega.

Alla vigilia del voto, Salvini ostenta sicurezza

Il voto era previsto per il 27 febbraio, ma era stato rinviato a causa Coronavirus: la riunione è cominciata alle 9.18, il voto è arrivato intorno alle 11.

Ieri sera su Facebook, Salvini ostentava tranquillità: «Pd e 5Stelle vogliono mandarmi a processo per aver bloccato uno sbarco l’anno scorso? A differenza di altri, io non cambio idea: fermare gli sbarchi di clandestini, combattere gli scafisti, difendere la sicurezza, l’onore e la dignità dell’Italia non è un reato, ma un dovere. Mi processano? Sono tranquillo». Il voto avviene in un clima più teso del solito tra il leader della Lega e la magistratura.

Negli ultimi giorni Salvini ha molto enfatizzato, dopo la pubblicazione delle chat dell’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) Luca Palamara, il pregiudizio di una parte della magistratura nei suoi confronti. I giudici mantengono – l’inchiesta è stata aperta dalla Procura di Agrigento e poi è passata per competenza a Palermo – che il decreto sicurezza bis non possa essere applicato all navi Ong che soccorrono naufraghi in quanto il soccorso in mare è obbligatorio.

Il voto in Giunta

Alla vigilia del voto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, è intervenuto per dettare la linea: «Noi come M5S continueremo che abbiamo fatto nel caso Gregoretti: pensiamo che il confronto per Salvini deve essere davanti alla magistratura».

Inizialmente la Giunta immunità di Palazzo Madama sembrava divisa tra gli undici voti della destra e del centrodestra pronti a votare contro (incluso il presidente Maurizio Gasparri di Forza Italia) e gli altrettanti voti della maggioranza (Pd, Leu e M5S) pronti a votare a favore. Ma Alessandra Riccardi del M5s aveva già evocato il “voto di coscienza”.

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